Una passione innata per la musica che – fin da quando era bambino – non l’ha mai abbandonato; ha iniziato a suonare a circa 11 anni ma è quando ne aveva 16 che arriva la folgorazione: il rock, quello vero.
Lui è anagnino, ha 23 anni appena, e si chiama Gabriele Vespa. E da qualche mese è chitarrista della più grande rock-band esistente sulla Terra: i Rockin’1000.
Due i concerti a cui ha partecipato, finora – a Roma il 7 giugno e a Cesena il 29 luglio scorso – ma con tanti progetti in cantiere per l’immediato futuro.
anagnia.com ha incontrato Gabriele e gli ha posto qualche domanda.
Gabriele, prima di tutto parliamo un po’ di te; come è nata la tua passione per la Musica?
Avevo 11 anni, ero ancora un bambino quando ho cominciato a suonare l’organetto. Solo pochi anni più tardi mi sono letteralmente innamorato della musica rock, che fa parte da allora della mia vita quotidiana. Ho iniziato a suonare con le chitarre di mio padre; a darmi qualche lezione c’era il mio amico Damiano. Poi ho proseguito da autodidatta; per qualche mesi sono andato a lezione ma ho smesso frequentare le lezioni per mancanza di tempo…
Raccontaci come sei finito a suonare con la band più numerosa del mondo?
Girovagando sul Web, ho visto alcuni loro video; subito mi sono piaciuti molto. A febbraio scorso – mentre mi trovavo in ospedale per problemi di salute – spulciando sullo smartphone leggo un loro annuncio nel quale dicevano di essere alla ricerca di nuovi musicisti. Ho inviato un video per la candidatura e già il giorno seguente ho ricevuto la conferma di superamento della prova di selezione!
E dopo… che è successo?
Dopo è successo che ho iniziato la mia preparazione: mi sono iscritto al concerto del 7 giugno a Roma ed ho suonato con loro per la prima volta in mezzo alle chitarre left!
Deve essere stato emozionante!
Un’emozione unica, sì! Uno stadio – quello “dei Marmi” – con migliaia di spettatori, una vera band composta da 1000 musicisti che suonano insieme, una band-famiglia dove tutti si aiutano e si vogliono bene, una coreografia come nei veri concerti rock e lì in mezzo… c’ero anche io! Ancora oggi non riesco ancora crederci! E’ stata un’esperienza straordinaria!
A fine luglio, poi, quest’esperienza l’hai replicata…
Esatto, sì. Dopo il concerto di Roma è stato annunciato quello di Cesena “Rockin’1000 for Romagna”, iniziativa finalizzata a raccogliere fondi per le popolazioni di quella regione che hanno dovuto subire i danni delle alluvioni di metà maggio scorso. Ho deciso – anche stavolta di inviare la mia candidatura… stavolta, però, alzando un po’ il tiro…
Cioè?
Cioè, ho voluto provare a candidarmi come chitarrista microfonato della band, ovvero per provare essere uno dei quattro chitarristi per lato scelti per la prima fila ed avere il microfono sull’amplificatore così da trasmettere il suono della mia chitarra all’intero stadio di Cesena “Dino Manuzzi“. Per questa grande impresa ho deciso di prendere qualche lezione e ho conosciuto il maestro Alessando Rosato, che ha portato e continua a portare delle vere e proprie rivoluzioni nel mio modo di suonare e tuttora, oltre ad essere una persona che si avvale di tutta la mia stima è il mio maestro di chitarra.
E ti hanno preso?
Sì! Una grande e bellissima sorpresa, per me! E’ stato lo stesso Nick, il band-manager, a comunicarmi comunica che ero stato scelto; quando me l’ha detto, non stavo più nella pelle! Durante i giorni di prove aspettavo ansiosamente la sera dello spettacolo e ancora non credevo che il mio sogno si stava avverando. È indescrivibile ciò che si prova nel vedere i guru (direttori) alzare i volumi del mio amplificatore e ricervere dei complimenti anche dai miei compagni; non credevo di cavarmela così bene!
Hai dato il meglio di te, dunque!
Sì, la sera del 29 luglio – dopo essere sceso in campo insieme alla mia band – ho dato fatto del mio meglio per riuscire nell’impresa: ero lì, davanti a un sold-out di 18.000 spettatori e tutti stavano ascoltando ciò che usciva dalla mia chitarra; in pratica… stavo vivendo un sogno! Ho messo tutta la mia energia in ogni brano della scaletta, così come – del resto – hanno fatto tutti i miei compagni: insieme siamo riusciti a trasmettere la nostra musica anche al pubblico, reattivo, divertito e partecipante! Ognuno di noi è stato visto come una rockstar! E noi eravamo emozionati tanto quanto il pubblico.
Quella sera c’era anche Diotato, il vincitore del Festival di Sanremo 2020 con il brano “Fai rumore”…
Sì: un grande artista. Ha cantato un medley con alcune delle canzoni più belle dei Radiohead, emozionandoci tutti. Non dimenticherò mai quel giorno, soprattutto il momento dei saluti finali quando sono andato vicino al pubblico per salutare mio padre che era lì davanti: è stato in quel momento che alcune persone mi hanno gridato “bravoo! Sei forteee!”, e mi hanno abbracciato! Ho vissuto un sogno! Continuerò senza dubbio a girare il mondo con la mia chitarra insieme alla mia band, la più grande band del mondo e soprattutto la più grande famiglia del mondo. Non vedo l’ora che venga annunciata la prossima data!”.