L’affidamento al privato del palazzetto Tiziano Ciotti
La giunta comunale ha recentemente affidato a un privato la gestione del palazzetto dello sport Tiziano Ciotti. Questo importante centro sportivo, ora sotto la direzione del centro nuoto Roma SSD, resterà nelle mani private per i prossimi dieci anni.
L’affidamento rientra in una serie di decisioni simili intraprese negli ultimi tempi dall’amministrazione comunale, scelte che riguardano strutture di proprietà pubblica, finanziate dunque dai cittadini. Un caso analogo si è verificato per il campo di calcio, assegnato a un privato per un periodo ancora più lungo, ben 25 anni.
I costi per il Comune e le perplessità sul risparmio
Nonostante l’amministrazione abbia giustificato l’affidamento sottolineando un ipotetico risparmio per il Comune, il costo annuale fisso di 18.000 euro lascia aperte molte domande. A fronte di interventi straordinari stimati intorno ai 48.000 euro, l’amministrazione si è impegnata a versare questa somma al privato, ogni anno. Il risparmio prospettato dall’Ufficio tecnico, secondo le opposizioni, non trova basi certe e solleva il dubbio: dov’è il risparmio di cui si parla in Delibera di Giunta?
Inoltre, si fa presente che il privato potrà beneficiare di un risparmio energetico derivante da lavori di adeguamento, aumentando il divario tra i costi e il beneficio per i cittadini.
Conseguenze sociali per la comunità
A preoccupare non sono solo i costi diretti, ma anche l’impatto sociale della gestione privata. Le opposizioni, rappresentate da PD Anagni, Sinistra Italiana Anagni, M5S Anagni, Possibile Anagni e Sez. PCI Anagni, evidenziano come in passato scelte simili abbiano penalizzato i cittadini più vulnerabili. È recente la notizia di famiglie di alunni diversamente abili che necessitano di terapie in acqua e che si sono viste costrette a rivolgersi a strutture fuori Anagni a causa degli elevati costi della piscina comunale.
Richieste di un piano di inclusione sociale nello sport
Di fronte a questa situazione, le forze politiche di opposizione chiedono all’amministrazione un piano di inclusione sociale strutturato, duraturo e adeguatamente finanziato. A loro avviso, occorre garantire che le risorse comunali risparmiate (se effettivamente reali) vengano reinvestite in settori del sociale, specialmente a favore dei più bisognosi, per rendere i servizi sportivi accessibili a tutti. La domanda che pongono è chiara: “Dov’è l’efficienza in questa gestione? E che fine fanno i diritti dei cittadini più bisognosi?”