Il 27 gennaio di ogni anno, da ben 14 anni a questa parte, è il giorno scelto per una ricorrenza mondiale, quella della commemorazione delle vittime dell’Olocausto. Nel 2005 infatti la Comunità Internazionale, a 60 anni dalla fine della Shoah, sentì la necessità di istituire un “Giorno della Memoria” per non dimenticare. L’intento era quello di ricordare non solo le vittime dell’Olocausto ma ricordare anche che quel regime di terrore e violenza mescolato visceralmente con l’aria che si respirava, non sarebbe mai più dovuto tornare a galla. Il 27 gennaio 2020 è trascorso da pochissimi giorni, dalle più alte figure Istituzionali, quali la Senatrice Liliana Segre, vittima superstite di quello scempio umano dove i bambini sono “finiti” tali, alle realtà quotidiane che ognuno di noi vive sul territorio, ci accorgiamo che quelle atrocità ancora non hanno fine. Il 24 gennaio 2020, una data recente, nella cittadina di Mondovì (Cn) Aldo Rolfi, figlio di Lidia Rolfi staffetta partigiana deportata nei campi di concentramento nazisti, si è ritrovato impresso sul portone della sua abitazione la scritta “Juden hier” con tanto di Stella di David: “gli ebrei sono qui”, quasi a richiamare un’azione d’ispezione. Anche le mura di Montecitorio non sono state estranee a questi episodi, infatti ricordiamo che il 16 aprile 2018, sulla porta di una toilette parlamentare comparve la croce uncinata corredata da una scritta in tedesco, tradotta: “il nostro carrarmato sta avanzando” (allusioni?), ancora il 10 settembre 2019 al Museo del ‘900 a Firenze, sempre una svastica apparve sui gradini della scalinata centrale di accesso. Episodi relativamente lontani dalla nostra Provincia, dal nostro territorio, eppure non è così: il 28 gennaio 2020, praticamente oggi, all’interno della succursale dell’Istituto Alberghiero di Fiuggi, sito in Paliano, è stato messo in atto un raid vandalico, distruzione e furti suggellati da un marchio, quello e ripeto il termine: ancora, di una svastica incisa su una lavagna in una delle aule scolastiche ed un coltello trafitto nell’erba del cortile, che di certo non prelude a pacifiche azioni. Questo è quello che succede nel “bel Paese”, un’Italia che sembrerebbe aver perso la memoria, eppure le testimonianze sono ancora vive come quel marchio numerato inciso a fuoco sul corpo. Viviamo ormai in perenne campagna elettorale, tra scissioni, dentro o fuori da movimenti, in discoteche e perfino i citofoni sono diventati pericolosi se usati senza la consapevolezza che un gesto in un contesto di intolleranza, potrebbe rivelarsi letale proprio come quell’aria che si respirava allora.
Questo doveroso e lungo preambolo è stato ispirato dagli ultimi fatti di cronaca avvenuti a casa nostra, ma fortunatamente c’è chi quella “memoria” non l’ha persa. La stessa amministrazione di Paliano, dalle parole dell’assessore Eleonora Campoli, dopo il raid raziale, ha deciso di conferire alla senatrice Liliana Segre la cittadinanza onoraria e nel comune di Acuto, l’amministrazione del sindaco Augusto Agostini, proprio ieri l’altro ha ufficializzato in Consiglio che nel primo pomeriggio di domenica 2 febbraio, alle ore 15:30, accoglierà come cittadino onorario Isaia Sermoneta, 90 anni, un ebreo di Roma che fuggì nel ’43 alle ispezioni naziste nel ghetto e trovò, insieme alla sua famiglia, rifugio tra le montagne di Acuto e tra i suoi cittadini. Per non dimenticare.
articolo a cura di Laura Fantini