Arrestati perché avrebbero aggirato i regolamenti così da riuscire ad affidare i lavori pubblici sempre agli stessi soggetti in cambio di soldi e lavori di ristrutturazione nelle rispettive abitazioni. A portare a termine l’operazione, la Guardia di finanza di Roma che questa mattina ha eseguenti ben venti misure cautelari tra Roma, Napoli e Frosinone: nelle maglie delle Fiamme Gialle sono finiti otto funzionari pubblici e una dozzina imprenditori; tra questi anche una persona di Ferentino. Nel mirino de finanzieri anche alcuni lavori eseguiti nella sede della Corte d’Appello di Roma in viale Giulio Cesare e all’interno del Palazzo di giustizia di Piazzale Clodio. L’ordinanza di applicazione delle misure cautelari personali è stata emessa dal G.I.P. di Roma ed eseguita dai militari del Nucleo Speciale Anticorruzione, su delega della Procura della Repubblica di Roma, nell’ambito delle attività tese a contrastare il fenomeno della corruzione nella Pubblica Amministrazione
In particolare, sono stati effettuati 14 arresti, di cui 4 in carcere, 38 perquisizioni nei pubblici uffici, nelle società e nelle abitazioni, e sono stati notificati 6 obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria.
Le complesse attività investigative, effettuate anche attraverso l’esecuzione dimolteplici intercettazioni telefoniche e ambientali e acquisizioni documentali, hanno messo in luce un sistema basato su accordi collusivi tramite il quale svariati contratti pubblici sarebbero stati affidati a imprenditori compiacenti.
I funzionari pubblici, che in cambio di denaro o altra utilità, hanno compiuto atti contrari ai doveri d’ufficio, risultano prestare servizio presso il Provveditorato Interregionale delle Opere Pubbliche del Ministero delle Infrastrutture, il Provveditorato dell’Amministrazione Penitenziaria, l’ATER della Provincia di Roma, l’Istituto Centrale di Formazione per il Personale della Giustizia Minorile e l’Ufficio peri Servizi Tecnico-Gestionali del Ministero dell’Interno.
Tra i numerosi contratti finiti sotto la lente degli investigatori figurano quelli che hanno riguardato i lavori di completamento e adeguamento dell’impianto di climatizzazione e antincendio presso gli uffici della Corte d’Appello di Roma, viale Giulio Cesare, e altri lavori edili realizzati all’interno del palazzo di giustizia di Piazzale Clodio.
Gli imprenditori e i funzionari pubblici coinvolti avevano ideato uno schema atto a celare la mancata applicazione del principio di rotazione degli affidamenti, poiché i lavori, formalmente assegnati a diverse società, sono risultati essere stati eseguiti dallo stesso imprenditore.
I funzionari pubblici preposti all’espletamento delle gare e/o degli atti inerenti alle procedure di somma urgenza sono risultati aver beneficiato dagli imprenditori di utilità consistenti non solo in denaro, ma anche nell’esecuzione e/o pagamento di lavori effettuati nelle proprie abitazioni, in condizioni vantaggiose nell’acquisto diappartamenti, in sponsorizzazioni per trasferimenti d’ufficio nonché nell’assunzione di familiari.