Saldo demografico negativo a Piglio (-18) per l’anno 2019.
In venticinque anni 1222 sono stati i morti contro le 864 nascite!
L’anno che muore è sempre occasione di statistiche e di consuntivi.
Si tratta infatti di 26 nati a confronto di 44 morti, se poi a questo si aggiunge che nell’albo del Comune sono stati iscritti solo: 6 matrimoni di cui 3 religiosi e 3 civili non c’è da stare tanto allegri.
La storia demografica di Piglio svela segreti curiosi se non addirittura sorprendenti nel suo susseguirsi di «picchi» e di «valli», mostrando le grandi crisi economiche e sanitarie che si sono susseguite dal 1871 ad oggi.
Nel 1871 le nascite furono 110 e 98 i morti, mentre il periodo di forte proliferazione, al punto che neppure la «Spagnola del 1918-1919» riuscì a rallentare la crescita, è stato il triennio 1921-1923 forse incoraggiato anche dai contributi statali che Mussolini adottò.
Le nascite infatti furono complessivamente 534 (178+177+179) un vero boom» demografico. Crescita che proseguì fino agli ultimi anni della seconda guerra mondiale (1940-1945), quando la crisi dei valori e la decadenza dei costumi dovuta al generale arricchimento provocò una caduta delle nascite, dal 1951 al 1960, toccando in media gli 80 nati e i 40 morti.
Nel 1961, questi dati subirono ancora una flessione, passando rispettivamente a: 80 nascite, 34 morti, mentre gli abitanti censiti erano 4381 e le famiglie risultavano essere 1236 per precipitare poi progressivamente di anno in anno ad un minimo assoluto nel 1989 quantificabile in 59 nascite, e 42 morti.
Nel 1991 la partita si chiuse con i seguenti risultati: nascite 54, morti 30, popolazione 4736 per proseguire venticinque anni dopo, al 31 Dicembre 2019, con i seguenti dati:
n° 26 nascite di cui 13 maschi e 13 femmine; n° 44 morti di cui 24 maschi e 20 femmine; n°6 matrimoni di cui n° 3 religiosi e n° 3 civili (minimo storico); stranieri U.E. ed extra U.E. iscritti all’anagrafe di Piglio n° 260 di cui 125 maschi e 135 femmine; totale popolazione 4514, di cui 2241 di sesso maschile e 2273 di sesso femminile.
Anche nel clero, purtroppo, si registra una grande diminuzione delle unità con l’esodo da Piglio di un gran numero di religiosi a cominciare dalle suore del Preziosissimo Sangue, per proseguire con i frati francescani e con le suore del Convento di San Giovanni, lasciato alla comunità “Nuovi Orizzonti”, per terminare poi con il convento di San Lorenzo dove è rimasto P. Angelo Di Giorgio, insieme a P. Gabriele, a frate Lazzaro e a P. Alessandro che è stato nominato da Mons. Lorenzo Loppa Vicario di Trevi nel Lazio, di Filettino e di Vallepietra.
L’unico superstite, si fa per dire, è don Gianni Macali, parroco di due parrocchie, che sopperisce con la sua vitalità alle grandi incombenze che il suo ministero comporta, coadiuvato da padre Angelo (vice parroco) e dai PP. Passionisti di Paliano, che si avvicendano a Piglio nel Santuario della Madonna delle Rose per officiare le due messe: una vespertina del sabato e l’altra della domenica delle ore 9. Ma questa è un’altra storia!
articolo di Giorgio Alessandro Pacetti