Si chiude un anno nero per il commercio ad Anagni e in molti altri Comuni viciniori, con una caduta complessiva delle vendite, spia di un indebolimento ulteriore dei consumi delle famiglie. Diverse sono state, infatti, le attività commerciali che – con la fine del vecchio anno – hanno chiuso i battenti anche a causa della diminuzione congiunturale, nella sola regione Lazio, dello 0,7% in valore e dello 0,8% in volume, certificata da Istat a maggio 2019. L’anno appena trascorso ha visto calare notevolmente sia le vendite dei beni alimentari (-1,0% in valore e -1,1% in volume) sia quelle dei prodotti non alimentari (-0,5% in valore e -0,6% in volume).
Un crollo che ha accelerato la mortalità delle piccole imprese e attività commerciali: nella sola città di Anagni, diversi sono stati i commercianti che hanno alzato bandiera bianca, sfiduciati dal rallentamento cronico della domanda dei consumatori che, in molti casi, ha spaventato più del fisco e dell’aumento dell’IVA.
Soprattutto per i prodotti editoriali in edicola, il 2019 è un anno da dimenticare: i ricavi dalla vendita di quotidiani e periodici dovrebbero assestarsi a poco più di 1,9 miliardi, il 10% in meno rispetto al 2018 ed il dato peggiore degli ultimi 5 anni. A farne le spese, ad Anagni, due edicole: quella storica all’angolo tra corso Vittorio Emanuele e via G. Garibaldi – il più antico negozio di questo genere in città – conosciuta anche come “Edicola dell’angolo”, fino a pochi giorni fa gestita da Pierino e suo figlio Luca Ascenzi e in funzione già dai primi anni ’40, e quella di via della Sanità: “tra i motivi – spiegano gli ex titolari – le eccessive spese a fronte del noto calo di vendite dei giornali”. Inoltre, nel caso di specie dell’edicola di via della Sanità, la zona è deserta da anni a causa, soprattutto, dei servizi ridotti dell’ospedale.
Uno scenario sempre meno sostenibile per gli operatori dell’editoria, come confermano i dati anche di altri punti vendita del territorio: “servono interventi urgenti per dare un po’ di fiato alla rete di vendita, a partire dalle tasse – spiegano gli edicolanti anagnini – bisogna defiscalizzare l’informazione e aprire agli edicolanti il regime forfettario, da cui sono ora esclusi; occorre inoltre pensare anche alla definizione di un regime fiscale ad hoc, agevolato, per la vendita di quotidiani e periodici. Necessario, infine, anche superare finalmente la legge 170/01, ormai inadeguata alle esigenze attuali del settore, con una riforma che vada dalla revisione dell’obbligo di parità di trattamento alla creazione di ammortizzatori e incentivi per la ristrutturazione e informatizzazione della rete”.
Ma, a versare in una situazione di grave crisi congiunturale, non sono soltanto i titolari delle edicole: il commercio di vicinato, infatti, è ancora in uno stato di difficoltà, e scongiurare l’aumento dell’IVA non basta.
Tra le altre attività storiche che hanno abbassato le serrande con l’avvento del nuovo decennio, anche il ristorante Hernicus, gestito sul corso Vittorio Emanuele (davanti al palazzo comunale) dalla famiglia Bruni sempre in maniera impeccabile e professionalmente ineccepibile, e il negozio di abbigliamento Cellitti Sport, fondato alla fine degli anni ’50 e gestito finora dai fratelli Vito ed Igino Cellitti in via dello Spizzone, a fianco alla farmacia Giuliani: “a malincuore abbiamo deciso di abbassare le saracinesche, in considerazione anche delle mutate condizioni economiche – spiegano i due fratelli Cellitti – ci teniamo però a ringraziare quanti, finora e in un lasso di tempo così lungo, hanno voluto accordarci la loro fiducia e la loro stima“.
Con l’anno nuovo, e dopo quarant’anni di onorato servizio, anche l’autofficina meccatronica del sig. Franco Salvi di via Riserva Prima ad Anagni ha definitivamente cessato le attività. In questo caso, però, la crisi economica c’entra ben poco: “ringrazio tutti i miei clienti per la fiducia accordata in tutti questi anni, mi scuso per la chiusura ma per me è giunto il momento di godermi la meritata pensione“, fa sapere il signor Franco attraverso il nostro giornale.
Fatto salvo quanto simpaticamente riferitoci dal signor Franco, l’economia del territorio ciociaro e, in particolare, quello dell’area nord della provincia di Frosinone, continua ad essere il fanalino di coda della regione, crescendo poco quando c’è ripresa e perdendo molto più degli altri in caso di frenata. Spiega ad anagnia.com il sindaco di Anagni avv. Daniele Natalia: “il commercio, in quanto tale, è soggetto – purtroppo – a questo tipo di flessioni fisiologiche. In tutto ciò, sicuramente, un ruolo ce l’ha il commercio legato alla grande distribuzione, a causa dell’elevata competitività dei grandi centri commerciali, aperti sette giorni su sette e con offerte promozionali continuative anche sul fronte delle vendite online che da tempo stanno rubando una larga fetta di clienti ai negozi fisici. Sempre più persone, infatti, stanno cambiando le loro abitudini di consumo scegliendo di acquistare su Internet, a partire dai più noti store come Amazon, per una questione di comodità ma anche di prezzi. Un dibattito che sta andando avanti da tempo e non di rado ha creato tensioni e punti di vista non sempre convergenti. Per la mia amministrazione – e per me in particolare – ogni negozio che chiude nella nostra città è un colpo al cuore, benché continuino comunque ad esistere ancora molti altri che non si arrendono alla crisi e che, anzi, aumentano di anno in anno il proprio fatturato. Uno dei nostri obiettivi più importanti – comunque – è e resta quello legato alla valorizzazione e al rilancio del centro storico così come delle periferie, anche dal punto di vista del commercio”.
In conclusione, i negozi sono le luci delle nostre città: non possiamo lasciare che si spengano. È chiaro, però, che serve di più: l’auspicio è che le misure annunciate per il rilancio del mercato interno e dei consumi vengano introdotte velocemente, ma anche che la manovra venga mirata maggiormente alla crescita: serve più spesa produttiva, sul lavoro e sulle infrastrutture, e meno spesa improduttiva. Con l’obiettivo finale di ridurre anche la zavorra fiscale: abbassare le tasse rimane la via maestra per ridare fiducia e forza a famiglie e imprese.
articolo a cura di Ivan Quiselli