Un fatto di cronaca che gettò nello sconforto e nel dolore una intera comunità, quella segnina, e un intero territorio e che oggi, a distanza di sei anni e al termine di una lunga vicenda giudiziaria, ha raggiunto una tappa importante: la Corte d’Assise d’Appello di Roma, infatti, ha condannato a 22 anni l’ex sottufficiale dell’Aeronautica che a marzo 2014 uccise barbaramente a colpi di martello la ex moglie; la Cassazione aveva annullato, in ordine alla capacità di intendere e di volere, la sentenza di secondo grado che condannava l’uomo a 22 anni di reclusione rinviando per la decisione a nuovi giudici. Oggi, sabato otto febbraio, il verdetto del processo d’appello bis che ha ritenuto invece sussistente pienamente la capacità di intendere e di volere e confermato i 22 anni.
Nel corso dell’udienza e prima della Camera di Consiglio, l’omicida, Eraldo Marchetti, ha rilasciato dichiarazioni spontanee scusandosi con i figli, due gemelli, che all’epoca dei fatti avevano nove anni e che avevano assistito al barbaro assassinio. Un caso, quello di Segni, che sconvolse non soltanto la comunità di Segni ma anche l’intera Nazione. In primo grado Marchetti era stato condannato a 27 anni dalla corte di assise di Frosinone, pena poi ridotta a 22 in appello. La Cassazione aveva annullato la sentenza rinviandola alla corte di appello.
Per l’avvocato Irma Conti, che difende la famiglia della vittima insieme al collega Alessandro Cassiani, le parole dell’imputato confermerebbero “il movente della separazione che lo stesso non aveva accettato e riportano alla luce una inaccettabile concezione della donna”. Nella scorsa udienza la mamma di Maria Manciocco, l’insegnante uccisa dal militare, è stata colpita da malore e portata in ospedale.
L’omicidio, come detto, ebbe luogo a marzo di sei anni fa; testimoni, loro malgrado, dell’efferato delitto, i due figli gemelli della coppia; uno di loro, chiedendo disperatamente aiuto ad una zia disse: “mamma non si muove, correte ad aiutarla”. I due piccoli erano stati entrambi testimoni della violenta lite in casa tra i loro genitori, poi sfociata in tragedia, causata probabilmente dal fatto che l’uomo era accecato dall’ira per la separazione dalla moglie che non voleva accettare. Secondo la ricostruzione dell’accusa, Eraldo Marchetti afferrò il grosso martello e colpì in testa l’ex moglie fino a sfondarle il cranio. Poi, lasciò il corpo della donna esanime in una pozza di sangue e andò a costituirsi.