Una folla festante e allegra ha pacificamente invaso, infatti, le vie del capoluogo ciociaro per partecipare alla celebrazione, goliardica e suggestiva al medesimo tempo, del rito che si ripete ormai da 221 anni. Il martedì grasso ha visto la sfilata dei caratteristici carri, che ha coinvolto, prima, la parte inferiore della città, mentre nel primo pomeriggio, come da tradizione, il corteo allegorico si è ricongiunto con quello storico, al grido di essegliè-essegliè-essegliè, scandito da radecari e pantanari. Danze, circoli, risate, simpatiche maschere, un nutrito gruppo di figuranti (con una formazione dell’Unitalsi, i figuranti di Serrone e coloro che ricordano il passaggio a Ceccano di Annibaldo IV) hanno accompagnato l’incedere festoso dei partecipanti, che hanno rinnovato l’antichissimo rito collettivo di rinascita e purificazione, goliardico, felicemente dionisiaco, del Carnevale frusinate, inserito, ormai, tra i carnevali storici più importanti d’Italia. La “colonna sonora”, invece, è stata affidata a un ensemble di organetti del maestro Piccoli. Novità dell’edizione 2020, la presenza di circa 40 elementi che hanno rievocato il suggestivo mito molisano dell’Uomo Cervo, o meglio de “Gl’Cierv”. Si è concluso, con il “sacrificio” del generale Championnet, un ricco programma di festeggiamenti.
“Il rito del Carnevale – ha dichiarato il sindaco, Nicola Ottaviani – alla presenza di migliaia di partecipanti ha celebrato, anche quest’anno, tutto l’orgoglio identitario di appartenere a questa terra, esprimendo quella ‘ciociarità’ che ci rende fieri del nostro passato e pronti ad affrontare, con ‘tigna’, il futuro. I ciociari, sia quelli nati nel nostro territorio che quelli che hanno scelto di venire a vivere nella nostra città, non sono abituati a piangersi addosso, come dimostra la rievocazione storica del generale Championnet. Anzi, sono conosciuti in tutto il mondo per la loro operosità, per il coraggio e la voglia di ripartire: ecco perché qualche sorriso regalato in queste ore avrà l’effetto di aumentare la fiducia verso il futuro e il senso di appartenenza a una comunità. Del resto, il compito di tutti gli amministratori è quello di offrire una prospettiva, superando i problemi. Come ricordiamo sempre ai ragazzi, quando ci confrontiamo, con loro, nelle scuole, ogni ‘problema’ ha una sua peculiarità: nasce per essere risolto. In questo momento, dobbiamo restare con i piedi per terra ed evitare allarmismi controproducenti e dannosi: la sanità italiana, infatti, possiede gli strumenti e le capacità per portare avanti con scrupolo la propria missione. La grande festa di oggi voleva regalare qualche sorriso ai giovani e ai meno giovani e, vedendo la grandissima partecipazione popolare, credo che l’intento sia riuscito”.