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    Anagni

    È morto padre Giuseppe La Rosa, dei Caracciolini, per tanti anni Parroco e Superiore a San Giovanni in Anagni

    25 Marzo 20204 Mins Read
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    padre Giuseppe La Rosa
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    Si è spento a 84 anni padre Giuseppe La Rosa dei Chierici Regolari Minori (Caracciolini), alla vigilia della solennità dell’Annunciazione e del 60° anniversario dell’Ordinazione Sacerdotale alle ore 23:25, in seguito ad un arresto cardiaco. Nato il 24 settembre 1936 a Roma, emise i voti perpetui nel 1957 e ordinato sacerdote il 25 marzo 1960. Padre Giuseppe, ex Vicario Generale dell’Ordine dei Chierici Regolari Minori, era attualmente membro della Comunità Caracciolina dei SS. Angeli Custodi a Roma nel popoloso quartiere di Montesacro.

    Legatissimo ad Anagni, in quanto fu fin da giovanissimo studente e aspirante religioso della famiglia di San Francesco Caracciolo, per molti anni è stato amatissimo parroco e superiore della Comunità Caracciolina di San Giovanni in Anagni e professore di lettere presso la scuola Bonifacio VIII (medie e ginnasio) del Seminario Vescovile di Anagni, per poi partire come missionario in Africa per un oltre decennio nella missione di Nyamilima ex Zaire, dove ha evangelizzato e formato tanti e tanti sacerdoti entrati nel suo Ordine proprio di origine del continente africano.

    Accolto come parroco ad Anagni dal Vescovo Umberto Florenzani, proseguì il suo fecondo ministero sacerdotale con Mons. Luigi Belloli, è stato anche un ottimo discernitore vocazionale. Scossi per l’improvvisa scomparsa di padre La Rosa, i fedeli e quanti lo hanno apprezzato in vita si sono stretti con profondo cordoglio e commozione nel ricordo di questo sacerdote buono e mite, del parroco premuroso e dell’insegnante sapiente. Ha vissuto la sua missione completamente al servizio dei parrocchiani (mi piace ricordare la passione che egli dimostrò in ogni tempo per la salvaguardia delle tradizioni proprie annuali dei “sangiovannari”: la festa della Madonna del Buon Consiglio, di San Francesco Caracciolo, l’istituzione del Consiglio Pastorale, del Comitato dei Signori della Festa, del Concorso del Presepe nelle famiglie, senza tralasciare grazie al generoso concorso dei fedeli il restauro esterno ed interno della chiesa, il nuovo altare e la nuova pavimentazione e dell’oratorio interno, nonché, era un archivista “nato” lasciando ai posteri un ufficio parrocchiale degno di essere consultato ed una biblioteca della casa ben fornita, ordinata e catalogata) e di quanti bisognosi si rivolgevano a lui per trovare conforto e sostegno. Particolarmente amato dai bambini e dagli studenti, padre Giuseppe lascia con la sua morte attorno ad essi – ora molti di loro sono impegnati nella società sia essa civile, che ecclesiale, sacerdoti o padri di famiglia – un gran vuoto. Anche noi che lo abbiamo conosciuto e molto frequentato, vogliamo esprimere la profonda riconoscenza alla sua memoria e ringraziarlo ancora per l’insegnamento di grande umanità che ha impartito a tanti di noi. Nella sua lunga vita di prete e di religioso, padre Giuseppe, ha testimoniato una profonda passione per la formazione spirituale dei fedeli via via affidati alle sue cure di pastore. Questa particolare attenzione spirituale rispondeva alla sua natura di credente esigente verso sé stesso, fedele e rigoroso nell’obbedienza ecclesiale, capace di trasmettere la stessa venerazione per la verità cristiana e la fedeltà alle indicazioni del Papa e dei Vescovi alle comunità cristiane che ha seguito nei sessant’anni di sacerdote. Nessuno meglio di me, che gli sono stato accanto negli anni della mia adolescenza e oltre, può testimoniare che padre Giuseppe fu il parroco di tutti, l’educatore tenace delle nostra gioventù, il consigliere di tante famiglie, l’infaticabile apostolo dei vicini e dei lontani. Egli amò la davvero la chiesa di San Giovanni come la vera casa di tutta la comunità, e cercò perciò di renderla sempre più devota e accogliente. Il suo carattere era deciso e tutto proiettato all’adempimento della sua missione sacerdotale. Per qualche aspetto egli poteva apparire anche un po’ severo (ma invece, era soltanto una persona molto dolce, amabile, timido e riservato e soprattutto dal cuore grande); ma mai per puntiglio personale, come se il fedele dovesse adeguarsi al suo punto di vista, ma per la convinzione profonda che solo nell’adesione alla parola di Gesù e all’insegnamento della Chiesa il cristiano realizza la propria vocazione alla santità.

    articolo a cura di Sante De Angelis

    anagni giuseppe la rosa sante de angelis
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