Dall’abbandono al degrado il passo è breve. E il degrado, soprattutto in estate, coincide con giungla urbana. Come nel caso dell’antichissima cisterna di via Bagno, reperto archeologico vero e proprio, che da monumento cittadino ed attrattiva turistica che avrebbe potuto essere si è trasformata in una piccola foresta con erba e arbusti altissimi. La fotografia che arriva dai balconi di chi nella zona risiede è surreale: stato di completo abbandono, presenza di grossi roditori e zanzare e un affaccio utilizzato dai soliti, emeriti incivili per gettarvi dentro sacchetti di rifiuti di ogni genere.
A lamentarsi della situazione, i tanti residenti del quartiere la cui pazienza, oggi, è messa a dura prova dalla situazione di abbandono e di emergenza che si è creata: “basta affacciarsi dalla finestra di casa per riscontrare il degrado in cui versa l’area“, ci racconta chi non ci sta ad osservare in silenzio il lento declino di un quartiere che resta nevralgico per la sua collocazione a ridosso delle antiche mura cittadine. E, ancora, c’è chi aggiunge: “non ne possiamo più di vivere tra le buste dell’immondizia, i topi, le zanzare e il degrado dilagante“.
Un’ampia zona centrale, quella di via Bagno, che negli ultimi mesi ha dovuto affrontare diversi tipi di emergenze, di cui ancora oggi si sente il peso: l’ultima, in ordine di tempo, quella segnalata dal dott. Nello Di Giulio, consigliere di Anagni Cambia Anagni, in una interrogazione al sindaco Daniele Natalia protocollata nei giorni scorsi.
L’area in questione, in tempi remotissimi adibita a cisterna per la raccolta delle acque, è connotata da un’architettura molto particolare a sbalzi planimetrici e a forma sinusoidale; oggi, da un lato, è sede del centro diurno per ragazzi diversamente abili, fiore all’occhiello del settore dei Servizi sociali comunali.
Un luogo importante anche da un punto di vista storico, che andrebbe recuperato e valorizzato, in caso anche mediante la creazione di uno spazio accessibile a tutti per la realizzazione di attività orticole, ricreative, culturali, educative, riabilitative, e sociali. E che, in considerazione del valore storico importantissimo, dovrebbe essere oggetto di interventi di riqualificazione al fine di convergere non solo finalità estetico-ambientali dell’ambito archeologico con l’intorno ma, obiettivi di salvaguardia, decoro e sicurezza.