Sappiamo che Anagni ha una realtà industriale importante, determinante per l’economia della città e del territorio. La “ripartenza post pandemia“, auspicata da tutti, impegna le aziende in una sfida inedita, perché si dovranno immaginare nuove forme e ritmi di organizzazione del lavoro e dotarsi di tutti gli strumenti idonei, per conciliare le esigenze produttive e la tutela della salute pubblica.
Sappiamo anche che molte delle attività operanti ad Anagni e nella Valle del Sacco, in passato come in tempi recenti, hanno privilegiato apertamente il profitto e, quando il fiume di denaro pubblico si è esaurito, hanno abbandonato il territorio lasciandolo ferito da macerie, inquinamento e disoccupazione.
Sappiamo che, dopo decenni di lotte ambientaliste, finalmente le istituzioni scientifiche e sanitarie nazionali e la magistratura hanno certificato la gravità dell’inquinamento nella Valle del Sacco, le cui aree contaminate fanno parte del SIN, Sito di Interesse Nazionale, forse il più complesso d’ Italia per la diversità dei fenomeni di inquinamento. Per questi motivi una vasta porzione di territorio lungo il fiume è inserita nel Piano Nazionale di Bonifica per il quale sono già stati stanziati ingenti finanziamenti pubblici.
Sappiamo altrettanto bene quali terribili effetti l’inquinamento abbia avuto e continui ad avere sulla salubrità dell’ ambiente e sulla salute delle popolazioni residenti.
Conosciamo i terribili colpi inferti al nostro sistema produttivo dal Coronavirus.
Avendo ben chiare queste premesse, affermiamo convintamente che non c’è logica né lungimiranza politica nel proporre e auspicare una ripresa e uno sviluppo economico senza la difesa dell’ambiente e della salute.
Da più parti invece, autorevoli voci istituzionali, anche locali, invocano una ri presa economica senza vincoli né controlli che ostacolerebbero il pronto riavvio delle attività produttive.
Questo concetto di semplificazione assoluta si cela perfino nelle dichiarazioni più ottimistiche di chi promuove la visione di una nuova economia, sicuramente produttiva, purché sia “verde”. Si utilizzano così espressioni accattivanti, rassicuranti come quella di Economia Circolare.
Si sostengono poi insediamenti industriali che propongono modelli di produzione fondati sull’ uso delle scorie di inceneritori, come quello di San Vittore, o biodigestori destinati a trattare decine di migliaia di tonnellate di rifiuti organici, anche pericolosi, sussidiari ai processi produttivi.
Stupisce come una classe politica locale che dedica tante energie e risorse per il rilancio turistico del nostro territorio accetti con entusiasmo tali spericolate proposte industriali.
Invece a chi si oppone viene riservato lo stigma di ambientalista cattivo.
Ma non esistono ambientalisti buoni e ambientalisti cattivi, esistono solo cittadini che vogliono che il nostro territorio non vada definitivamente in rovina e altri che lo immaginano solo come una pattumiera da riempire senza sosta.
Invece gli Amministratori da che parte stanno?
Per dare una scossa alla ripresa sarebbe importante. piuttosto, conoscere e controllare come vengono impiegati i fondi assegnati dall’accordo sul SIN. Senza ambiguità, convenienze, doppi giochi, altrimenti sarebbe come gettare nella melma del Sacco i milioni da spendere per la bonifica.
Sicuramente noi saremo sempre attenti e pronti a respingere qualsiasi ulteriore tentativo di ridurci a cavie silenti di sperimentazioni nocive e chiediamo ai nostri concittadini di seguire ancora le nostre attività, mentre rinnoviamo alle istituzioni, soprattutto in questa fase di gravi difficoltà per l’intero paese, la richiesta di una moratoria assoluta di tutti i procedimenti autorizzativi di produzioni pericolose e nocive per l’ambiente, ponendo fine alle iniziative ad alto impatto ambientale, quali inceneritori tossici e centri di trattamento dei rifiuti, quali discariche, compostaggi, recuperi non sufficientemente sperimentati di materiali pericolosi.
Nota stampa a cura del COORDINAMENTO DI ANAGNI PER L’AMBIENTE. LE ASSOCIAZIONI: ANAGNI VIVA, RETUVASA, COMITATO RESIDENTI COLLEFERRO, CIRCOLO LEGAMBIENTE ANAGNI, RAGGIO VERDE, ASSOCIAZIONE DIRITTO ALLA SALUTE, COORDINAMENTO INTERPROVINCIALE AMBIENTE E SALUTE VALLE DEL SACCO E BASSA VALLE DEL LIRI (al quale hanno aderito 32 tra associazioni e comitati), ASSOCIAZIONE QUARTIERE CERERE.