Assenza di turisti, tanti lavoratori ancora in smart-working e per una buona parte dei consumatori ancora un po’ di timore di tornare al ristorante: i locali del centro di storico di Anagni, che dal 18 maggio scorso hanno riaperto con tutte le misure di sicurezza previste dalla Regione Lazio, fanno i conti con un ridotto numero di clienti e una ripartenza timida. Ma non manca, certo, la voglia di fare e l’ottimismo: prese, tra l’altro, tutte le misure per allestire gli spazi in maniera sicura, disimballati i nuovi arredi, studiate nuove modalità per accogliere al meglio i clienti dopo i difficili mesi del lockdown.
Dunque, dopo due mesi, i dati epidemiologici sono incoraggianti: confermano che gli sforzi di ognuno e i sacrifici collettivi hanno dato i loro frutti. Ed è pertanto arrivato il momento di riprendere in mano, con senso di responsabilità, le redini della nostra vita. Ne sono convinti i titolari dei ristoranti del centro storico Frantoio del Vicolo Divino, Barnekow, Taverna gotica, Trattoria del Grappolo d’oro, Trattoria centrale, Ristorante del Gallo, Hostaria del Municipio, La Taverna del Sor Okillo, Vittorio Emanuele, La Piazzetta Ristorante Enoteca Affittacamere e Malacucina che ieri hanno incontrato l’amministrazione comunale di Anagni e gli agenti della Polizia Locale Giuseppe Fubelli e Annalaura Olevano per ascoltare dalla loro viva voce quali sono le procedure da adottare e le misure da mettere in campo in questa fase di ripartenza.
“Un incontro particolarmente significativo ed utile – ha spiegato Francesca Biasiotti del ristorante del Gallo – Anagni sta tornando timidamente alla vita e i tavoli all’aperto, grazie anche agli allestimenti – spesso abbelliti da piante fiorite – curati dai gestori dei pubblici esercizi, le stanno regalando un nuovo volto, dall’estetica gradevole. Grazie ai consigli degli agenti della Polizia Locale e dei nostri amministratori abbiamo ripreso a lavorare con sollievo, ma anche con prudenza. Uno sforzo straordinario per me e per i miei colleghi ristoratori del centro storico che siamo però ben felici di compiere per tornare a servire ai tavoli i nostri rispettivi amati clienti. E soprattutto grazie al sindaco per essere al nostro fianco”.
“Sono certo che tutti coloro che, anche nei prossimi giorni, torneranno a degustare la cucina dei ristoranti del nostro centro storico adotteranno comportamenti responsabili – è l’auspicio dell’assessore al Turismo Carlo Marino – possiamo riprendere a vivere e a stare di nuovo insieme senza mettere a rischio la nostra salute e quella di chi ci sta vicino, né mettere in difficoltà i gestori dei locali. A ognuno di loro, anche a fronte dello scrupolo con cui si sono impegnati per la ripartenza e degli investimenti che hanno sostenuto per rispettare le norme di sicurezza, va il mio plauso e il mio incoraggiamento e quello dell’intera amministrazione comunale”.
“Comportarsi correttamente e seguire le indicazioni e le regole di sicurezza – ha aggiunto l’assessore al Commercio Floriana Retarvi – è innanzitutto un segnale di rispetto per i ristoratori e i gestori dei locali, che hanno già pagato un duro prezzo in questi mesi di lock-down. L’amministrazione comunale ha fatto e continuerà a fare la propria parte per sostenerli. Lo stesso deve fare ognuno di noi, nella veste di clienti, pur nel pieno diritto di tornare, gradualmente, alla vita”.
Un atteggiamento responsabile e coraggioso, quello messo in campo dai ristoratori anagnini, tutti tornati in attività nel pieno rispetto della normativa, tra guanti, mascherine, gel disinfettante e distanziamento tra i tavoli, perdendo in molti casi anche il 50% dei coperti ma pur sempre con il sorriso sulle labbra e con la giusta dose di ottimismo nel cuore.
Da sempre al ristorante tra i fattori che fanno la differenza ci sono le persone: il cliente si affeziona se si sente accolto come a casa. Ad Anagni, tutti i titolari di locali hanno saputo affrontare questa crisi con coraggio e guardando al futuro: superata la quarantena i clienti hanno ora voglia di evadere, di tornare a cena nel loro ristorante preferito. E molti di loro sono già stati accolti a braccia aperte.