Dispositivi di protezione individuale assegnati “in numeri da comunità ad una specialissima “casta” di consiglieri di maggioranza” a fronte del trattamento ben diverso riservato a malati gravi”o a quelli oncologici “invitati al ritiro di una mascherina (qualcuno due…) a turno prestabilito presso l’ex ospedale.
Sulla questione delle mascherine acquistate dal Comune di Anagni, sulla quale, per prima, nei giorni scorsi, la consigliera del Partito Democratico Sandra Tagliaboschi aveva acceso i riflettori, interviene – oggi – il gruppo Anagni cambia Anagni con un comunicato nel quale non si usano mezzi termini.
“Una brutta vicenda che rimane irrisolta”, commenta il dott. Nello Di Giulio, rappresentante del gruppo al consiglio comunale di Anagni: “lo sanno bene tutti i cittadini di Anagni che, non si è capito per quale motivo, non hanno avuto dal Sindaco e dalla Giunta una pari considerazione assicurata, invece, a quelli di Frosinone, Fiuggi o Ferentino dalle loro rispettive amministrazioni comunali”.
Aggiunge, poi, il dott. Di Giulio: “lo sanno, se si vuole, anche tutti i consiglieri comunali di minoranza che, nello svolgere il loro ruolo di democrazia, vengono artatamente ignorati quando non tacciati di livore personale, smania di protagonismo o, in ultimo, di arteriosclerosi politica. Allora, fatti salvi gli “affetti personali”, indignarsi a questi metodi amministrativi (comunque la si pensi politicamente) è da persone sensibili, è da persone pensanti, è da cittadini liberi.
Indignarsi quando il buonsenso, la correttezza, il rispetto e la democrazia sono messe sotto i piedi è un diritto – sarebbe un dovere civico – ma, ovviamente, l’ordinaria sensibilità o alcuni valori civili – come quel coraggio manzoniano – non sono per tutti un obbligo!”.