Di seguito riportiamo integralmente e senza modifiche la nota a firma del dott. Nello Di Giulio (Anagni cambia Anagni) pervenuta a questa redazione per opportuna pubblicazione:
Numerose volte abbiamo sollecitato il sindaco della città ad affrontare con più chiarezza, coerenza e determinazione lo stato di sofferenza del commercio e dell’artigianato cittadino.
Finalmente, dopo tanto insistere, parrebbe che sia sortito un primo riscontro con un articolo/dichiarazioni rilasciate la scorsa settimana al vostro giornale da un autorevole esponente di maggioranza nella lista “Per Anagni” a cui aderiscono sia l’assessora al Commercio ed attività produttive, sig.ra Floriana Retarvi, che il presidente della relativa commissione consiliare Danilo Tuffi.
Formalmente già un risultato, ancorché forse dovuto più ad un riscontro personale del sig. Rodolfo Mastroianni (già titolare di una tabaccheria recentemente chiusa – sotto altra gestione – in Piazza Cavour) che non alla volontà di confronto amministrativo con esponenti della minoranza consiliare.
Sono ormai quasi due mesi che aspettiamo, infatti, che lo stesso consigliere Tuffi e l’assessora Retarvi rispondano alla “richiesta urgente” di convocazione della Commissione Commercio avanzata dalla minoranza consiliare, ai sensi del Regolamento del Consiglio Comunale.
Tant’è che, pur apprezzando idealmente il gesto del sig. Mastroianni, non vediamo nelle sue dichiarazioni, oltre una trita demagogia da perenne campagna elettorale, alcun tentativo di analisi sulle cause di una crisi certificata già dalle molteplici chiusure di attività nell’anno 2019, e non solo.
Diciamo chiaramente ai cittadini che non è certo questo il metodo per rilanciare Anagni!
Vorremmo che chi governa la città faccia un passo avanti smettendola di cercare deresponsabilizzazione (scaricabarile) con il solito pensiero del “siccome tutto viene da lontano, è certamente colpa di quelli di prima”. Così, oltre che non costruire nulla, si rasenta politicamente il ridicolo se si va a vedere che “quelli di oggi” sono, in buona parte, proprio “quelli di prima”!
Spesso, nella nostra città, il ruolo di consigliere/assessore passa di padre in figlia ed i cognomi, quando non le persone, da vent’anni sono quasi sempre gli stessi; lo stesso Sig. Mastroianni di oggi era già tra “quelli di prima” nella qualità di consigliere o finanche di assessore.
Noi di Anagni cambia Anagni non c’eravamo ancora e questi argomenti, seppur dovutamente riferiti, comunque non ci appassionano.
Noi vorremmo solo poter dialogare, nelle regole democratiche di ogni comune, per poter apportare le nostre osservazioni ed il doveroso contributo di idee allo sviluppo della nostra città.
Ci riferiamo proprio alla città intera perche il commercio di dettaglio, l’artigianato sono asset primari nella salvaguardia e nella vitalià di ogni centro storico. Un macrosettore in cui le amministrazioni dovrebbero programmare piani operativi e di sostegno di medio termine, accanto ad azioni correnti, in sinergia con la politica urbanistica, culturale, turistica e sociale.
Necessita assolutamente un diverso approccio programmatico intersettoriale che questa amministrazione del non ha finora espresso, salvo alcuni generici interventi straordinari di soccorso nella gestione del post Covid19.
Impossibile frenare l’impoverimento delle attività commerciali, delle botteghe d’arte ed artigianali se non si lavora sodo per riportare persone all’interno della città, curandone attrattività identitaria e rendendola più competitiva, più accogliente e più semplice da vivere.
La riqualificazione dei contesti viaggia di pari passo con politiche di valorizzazione di una bottega, di un’insegna storica o delle attività tipiche, insieme a quelle di sostegno agli esercizi più fragili o svantaggiati in ambito di un’equilibrata distribuzione urbana.
Una saracinesca aperta, un’insegna accesa in un centro storico o di quartiere, oltre che un’attività economica privata, sono elementi di rilevanza pubblica fondamentale che vanno sostenuti con interventi, anche compensativi, rispetto a superfici ed accessibilità facilitate. Un interesse pubblico da perseguire anche con processi di formazione e di indirizzo alla collaborazione tra attività economiche di strada o di quartiere.
Purtroppo la mancanza di una chiara visione di sviluppo e di un’azione politica intersettoriale, l’assenza di pianificazione di percorsi d’indirizzo nel recupero di classi merceologiche, accanto alla specializzazione di aree vocate, l’indifferenza alle infrastrutture urbane, alla vivibilità ed ai servizi alla persona conducono dritti ai due anni di inattività del settore di questa amministrazione.
Ed è proprio il “vuoto” a generare quel pensare che sia sempre colpa di qualcun altro! L’assenza di idee e di iniziative amministrative strutturate fa male al commercio, fa male all’intera città. Un cambio di passo e di responsabilità, a guardare i risultati, è sempre più urgente.