Alle prime luci dell’alba di oggi – sabato 27 giugno – con l’operazione “Le due valli” che ha interessato l’area geografica colpita dal sodalizio criminale oggetto delle indagini, cioè la Valle di Comino e quella del Liri, trenta militari della Compagnia Carabinieri di Sora sono stati impegnati nell’esecuzione di quattro ordinanze per l’applicazione di misure cautelari nei confronti di altrettanti indagati (quattro persone di origini albanesi, da anni residenti in Italia) per reati relativi alla detenzione e allo spaccio di sostanze stupefacenti di diverso genere (crack, hashish, marijuana, cocaina e eroina) e per ingenti quantitativi, nell’ambito di una complessa attività investigativa condotta dall’Aliquota Operativa della Compagnia di Sora e dalla Stazione Carabinieri di Alvito, coordinata dal Procuratore della Repubblica dott. Luciano D’Emmanuele e dal Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Cassino dott.ssa Chiara D’Orefice.
Il sodalizio criminale – si legge in una nota inviata a questa redazione – espletava una ben organizzata attività di spaccio, suddivisa per settore merceologico e per area di vendita al dettaglio, monopolizzando di fatto l’illecito mercato, anche per i prezzi concorrenziali, tanto da diventare un punto di riferimento per gli assuntori nei Comuni della Valle di Comino (Alvito, Atina, Gallinaro, Villa Latina, San Donato Valle di Comino e Casalvieri) nonché del Liri (Fontana Liri, Strangolagalli, Isola del Liri, Monte San Giovanni Campano ed Arpino).
L’attività dei Carabinieri, quindi, condotta con le tradizionali tecniche investigative (quali appostamenti, pedinamenti, riprese video) unite alle più moderne tecnologie, è stata estremamente difficoltosa per le particolati tecniche utilizzate dagli indagati per eludere i dispositivi delle Forze di Polizia, dal controllo dell’area di spaccio con conseguente segnalazione dei controlli di polizia, in particolare diversi giovani del luogo, anche in via disinteressata, collaboravano con gli indagati non esitando ad avvertirli del passaggio e dei controlli delle Forze dell’Ordine, alla diversificazione dei canali di approvvigionamento (area campana e della capitale), alle più disparate tecniche di occultamento, in particolare occultando la sostanza in aperta campagna, per evitarne l’addebito in caso di rinvenimento da parte degli investigatori, giungendo all’utilizzo di un linguaggio criptico per depistare eventuali intercettazioni degli investigatori nonché utilizzando schede telefoniche con intestatari fittizi. Non sono mancati, inoltre, appuntamenti con i clienti cambiati in continuazione o all’ultimo istante per verificare eventuali pedinamenti, lo scambio continui di autovetture e l’utilizzo dei social network (messenger e whatsapp) per comunicare tra loro e con gli acquirenti per eludere eventuali controlli.
In molti casi la sostanza veniva ceduta a debito ed in caso di insolvenza non sono mancate minacce ed episodi di violenza verso i debitori insolventi. Le tattiche criminali sono state, però, insufficienti in quanto i Carabinieri sono riusciti in più occasioni a individuare i nascondigli dello stupefacente e i numerosi clienti, con conseguente sequestro amministrativo e/o penale della sostanza, arrestando durante l’attività cinque persone, deferendone in stato di libertà 14 (di cui 6 originari dell’Albania), segnalandone 23 come assuntori al competente U.T.G.
Inoltre, in più occasioni, è stato sequestrato denaro proveniente dallo spaccio, materiale per il confezionamento ed i seguenti quantitativi di droga di varia tipologia (63 gr. di crack, 37 gr. di cocaina, 156 gr. di hashish, 197 gr. di marijuana).
L’Autorità Giudiziaria, concordando con le risultanze investigative, ha disposto la misura coercitiva degli arresti domiciliari nei confronti di tre uomini, già censiti per analoghi reati, P.Q. classe 1981, M.B. classe 1980, C.E. classe 1992 nonché l’obbligo di dimora nei confronti di I.A. classe 1977.