Un totale di cinque milioni e 200mila euro di dotazione finanziaria per il recupero fisico di sedi dei servizi culturali e il miglioramento delle condizioni di fruizione e accessibilità del patrimonio.
Musei e biblioteche, archivi storici, aree archeologiche, parchi archeologici e complessi monumentali – solo per citarne alcuni – sono alcuni dei “luoghi di cultura” che potranno essere finanziati; l’ammontare massimo del contributo non potrà superare i 300.000 euro e la domanda potrà essere presentata dal proprietario o dall’eventuale gestore di uno dei luoghi della cultura.
Un bando, quello pubblicato dalla Regione Lazio, che sembra fatto su misura per l’area archeologica di Piscina di Anagni, bene culturale di assoluto valore storico/monumentale con i suoi possenti Arcazzi costituiti da imponenti pilastri che sostengono grandiosi archi e semivolte di collegamento con un bel tratto semicircolare delle mura di epoca romana; e che è diventato oggetto di una interrogazione consiliare dettagliata firmata dal consigliere comunale di Anagni Cambia Anagni dott. Nello Di Giulio.
L’esponente dell’opposizione si chiede come mai a distanza di quasi due mesi dalla pubblicazione dell’avviso pubblico, l’amministrazione, “secondo quanto pedissequamente accertato/sollecitato presso gli uffici preposti”, non abbia ancora elaborato alcun progetto di partecipazione “malgrado esso appaia quasi provvidenziale alla città per recuperare appieno il valore storico, culturale, turistico ed ambientale dell’intera area archeologica intorno all’identitario complesso degli Arcazzi”.
“La rilevanza percentuale e d’importo del finanziamento a fondo perduto (300mila euro), la finalità definita nella valorizzazione dei “luoghi della cultura”, in specie le aree ed i parchi archeologici di natura pubblica – spiega Di Giulio nell’interrogazione – impone a questa amministrazione la migliore scelta di partecipazione al bando, in prossima scadenza al 31 luglio cogliendone l’opportunità di ampia valorizzazione di un’area monumentale fondamentale nello sviluppo turistico, culturale, economico e sociale della città“.
In effetti, l’intera area di Piscina ha restituito nel tempo marmi, lapidi e basamenti monumentali che testimoniano la grandezza della città di Anagni ai tempi dell’antica Roma; inoltre, studi recenti dell’archeologo dott. Guglielmo Viti formulano nuove affascinanti ipotesi di ricostruzione della vasta area che, oltre ad ospitare le antiche terme con relativo “ingresso trionfale”, parrebbe anche attraversata da un antico acquedotto su serie di arcate.
“Da secoli – spiega Di Giulio – il complesso archeologico è fortemente identitario della storia e dell’immagine della città di Anagni. Insigni artisti lo hanno rappresentato in opere pittoriche di grande pregio; che l’evoluzione moderna della cultura e della pratica del turismo trova proprio nella “chiave identitaria” uno dei principali fattori di promozione e successo. In tutte le “best practis” è l’originalità e l’unicità di un monumento, o di identità di un luogo, a sviluppare particolare attrazione ed effetti di vero e proprio volano all’interno di qualitative offerte turistico culturali“.