Da “Trevi volta pagina” a “Unione e Cambiamento”: il progetto ambizioso, rinnovato – in parte – nei ranghi ma consolidato nello spirito identitario che ne ha fatto una espressione politica ben radicata e ben rappresentata all’interno del territorio, aggiorna la propria denominazione ma non l’interesse autentico ed appassionato per il paese e per la comunità trebana.
A presentare questo nuovo corso ieri pomeriggio – sabato 4 luglio – in un locale del centro storico di Trevi nel Lazio, c’erano, oltre a Pietro Bianchini e Vincenzo Cecconi, battaglieri e storici esponenti del gruppo, anche diversi normali cittadini – piccolo esercito di cittadinanza attiva – uniti dalla convinzione che, per il paese, è davvero arrivato il momento di voltare pagina.
Un progetto, quello presentato da Bianchini e Cecconi, che apre gli spazi a nuove energie e in fieri, tant’è che – ad oggi – non è stato ancora ufficializzato il nome di colui o di colei che, alla prossima tornata elettorale, guiderà la coalizione che andrà a sfidare quella del sindaco uscente Silvio Grazioli; ed è proprio contro l’attuale primo cittadino che il neo-costituito gruppo punta il dito: “la situazione finanziaria delle casse comunali è a dir poco critica in quanto l’amministrazione comunale non ha rispettato, nel corso degli anni, le più elementari norme in materia di contabilità pubblica“, è stato detto durante la conferenza.
E, in attesa del trasferimento della relazione di fine-mandato che l’amministrazione uscente dovrà necessariamente inviare entro pochi giorni alla Sezione Regionale di Controllo della Corte dei Conti, quelli di “Unione e Cambiamento” hanno snocciolato dati tra debiti, anticipazioni di tesoreria, interessi passivi per scoperti di cassa, parlando inoltre di “completa incapacità gestionale, tale da aver condotto il nostro Comune a dover auto-dichiarare una condizione di grave sofferenza finanziaria, fino a fare ricorso alle procedure straordinarie per scongiurare, ammesso che sarà possibile, l’incombente dissesto finanziario“.
Un progetto, quello di “Unione e Cambiamento” fatto di nuove idee e nuove energie associate ad esperienze, competenze ed affidabilità, tutti ingredienti utili per affrontare con fiducia e grande ottimismo questa sfida, difficile quanto appassionata: “siamo il frutto di un’aggregazione spontanea di uomini e donne, giovani e meno giovani, mossi esclusivamente dalla volontà di contribuire, in modo concreto e partecipativo, alla rinascita del proprio territorio, inteso nell’accezione più ampia del termine – hanno affermato Bianchini e Cecconi – in un quadro, sconsolato e sconsolante, con coraggio ed amore per la nostra terra, irrompiamo sulla scena politica locale, ponendoci, con determinazione, come forza alternativa e di cambiamento alla sterile e fallimentare amministrazione uscente”.
A spiegare il “perché” del nome è il dott. Vincenzo Cecconi, al quale abbiamo chiesto qual è il significato di “Unione e Cambiamento”. Ecco cosa ci ha risposto: Abbiamo voluto chiamare il nostro gruppo “Unione e Cambiamento”, volendo attribuire, anche al nome, un significato ben preciso. UNIONE per sottolineare la necessità di far ritrovare al popolo di Trevi, quella unione di intenti, necessaria ed indispensabile, per dare maggior forza ad un progetto di rinascita del paese. Per troppo tempo, la cittadinanza si è ritrovata, spinta anche con cinismo e calcoli opportunistici, su diverse barricate, senza avere la possibilità di comprendere che la battaglia, continua, permanente, all’interno di una stessa comunità può solo impoverirla e privarla di ogni possibilità di riscatto. E’ ora e passata di aprire le finestre e lasciar entrare aria fresca, pulita. Il Comune, sia inteso come istituzione che come spazio fisico, è un luogo di diritti, dove si deve respirare imparzialità e democrazia. Esso deve essere aperto al contributo di tutti ed a tutti, non solo ad una parte della popolazione. Basta con questa concezione primitiva, tribale ed arcaica della divisione.
UNIONE, poi, sta anche a sottolineare la necessità, anzi l’urgenza di porre fine allo sterile e dannoso dualismo tra Trevi capoluogo ed Altipiani di Arcinazzo. E’stato scavato un solco tra due pezzi di popolazione. L’assenza di politiche capaci di dare risposte serie e concrete a realtà diverse, con interventi diversi, ha finito per approfondire questo solco. E’ tempo di porre rimedio; è tempo di rimettere in marcia l’intero territorio, facendo leva su ogni risorsa ed ogni peculiarità. Convinti che la ripartenza degli Altipiani è anche la ripartenza di Trevi e viceversa.
CAMBIAMENTO, invece, deve essere la parola magica. Cambiamento, necessario, urgente ed improcrastinabile di uomini e donne alla guida del paese, ma anche cambiamento, radicale, nell’approccio culturale e di metodo nella gestione della cosa pubblica. Pensare di poter affrontare problematiche, vecchie e nuove, con logiche antiche, che sanno di muffa, più finalizzate a generare consenso che sviluppo, equivale ad accompagnare ad un suicidio assistito questa terra. Serve uno scatto di orgoglio, uno scatto di dignità. Le nostre giovani generazioni, per essere trattenute, per continuare a scegliere di vivere dove hanno vissuto i loro genitori ed i loro nonni, hanno bisogno di opportunità lavorative, di potersi muovere in un contesto economico locale vivace, solido e di prospettiva. Ad esse va garantito sostegno ed incentivo alle iniziative, alle nuove idee, alla progettualità.
Siamo pronti e determinati a cambiare il destino di questo paese e, per farlo, dobbiamo investire sui giovani e sul loro futuro, sia stimolando opportunità di reddito, sia garantendo quei servizi essenziali, cosiddetti di cittadinanza, senza i quali si resta al di sotto di quegli standard minimi che rendono accettabile la vivibilità di un luogo: Sanità, scuola e trasporti.
articolo e foto: Ivan Quiselli