Piazza Gobetti, nel cuore di Colleferro, ha ospitato giovedì sera 16 luglio un interessante incontro che ha visto protagonista Silvano Moffa, presidente di Azione Popolare, intervistato per l’occasione dal giornalista Marco Sabene che, non avendo potuto presenziare personalmente all’iniziativa come da programma per motivi di lavoro, ha interagito con la piazza in collegamento via Skype.
Un incontro molto partecipato, iniziato con la proiezione di un breve filmato della durata di circa dieci minuti che ha raccontato le brutture della città dovute, secondo Moffa, a cinque anni di amministrazione “disastrosa”, dall’abbandono del parco fluviale nel frattempo divenuto una discarica e con l’anfiteatro lasciato marcire allo stato di degrado in cui versano i giardini “P. Rizzotto” e quelli di piazza Italia, dall’incuria del palazzetto dello Sport a quello dello stadio “M. Natali” e del mercato coperto, per il quale erano stati spesi 400mila euro in ristrutturazioni ma che oggi giace nel degrado più completo.
E, ancora: l’ospedale, con i reparti chiusi e trasferiti; il Consorzio Minerva e la situazione ingestibile dell’isola ecologica; la fiscalità locale, con l’aumento delle tasse dei rifiuti, della mensa scolastica, dei parcheggi e dell’acqua; le attività commerciali, che nel 2019 hanno subìto un drastico declino dovuto non solo al particolare momento di contingenza economica ma anche ad una mancata ed idonea progettualità da parte dell’amministrazione comunale.
A seguire, poi, l’intervista con Marco Sabene, apprezzato professionista, il quale ha rivolto allo stesso Moffa domande mirate; e, messo da parte per un paio d’ore il proverbiale aplomb da galantuomo della Politica e cacciati fuori gli artigli, Moffa ha risposto in maniera puntuale e precisa, puntando il dito contro l’amministrazione uscente (“da un giovane ci si aspetterebbe entusiasmo, capacità di innovare; anche di sbagliare, per carità. Tutti ci aspettavamo qualcosa di più: il fervore giovanile e quella ricchezza, quell’entusiasmo che accompagna sempre i giovani: purtroppo così non è stato”), avanzando proposte di ricostruzione per uscire dalla crisi (“l’unico modo, a mio avviso, è quello di ripensare il modello di sviluppo del nostro territorio che non significa necessariamente mettere in discussione quello che di importante e di qualitativo c’è ed è stato fatto”), provando – ancora una volta, in qualche modo – a tendere la mano verso quelli che dovrebbero essere i naturali alleati nella sfida delle elezioni amministrative di settembre prossimo, in primis Mario Cacciotti e Giorgio Salvitti.
Lo stesso Moffa, infatti, già a fine gennaio scorso si era reso promotore di un documento, ad oggi rimasto carta bianca, nel quale si evidenziava la necessità di impegnarsi per una unità del centrodestra, allargato ai movimenti civici; “ritenendo essenziale – è scritto nel documento – promuovere una fase ulteriore che, nel segno del rinnovamento, individui per la candidatura a sindaco una figura nuova, capace di interpretare al meglio le istanze dei cittadini e di raccogliere il consenso necessario per conquistare il governo della città. Una tale scelta implica l’opportunità di dichiarare fin da subito la non proponibilità per la suddetta carica di chi in passato ha ricoperto le cariche di sindaco, vice-sindaco e assessore”. Carta bianca, dicevamo, perché malgrado l’appello, politicamente sensato, c’è da dirlo, di Silvano Moffa, sia Giorgio Salvitti (Fratelli d’Italia) che Mario Cacciotti, già sindaco di Colleferro prima di Pierluigi Sanna, potrebbero correre per loro conto.
Al di là comunque di ciò che è e di ciò che sarà per il futuro di questa città, è da apprezzare il coraggio delle idee, la voglia di credere ancora nel futuro, il profondo senso di attaccamento alla propria città dello stesso Moffa che sarà pure un ex ragazzo della Politica (“l’età e l’esperienza mi consentiranno di alzare il livello dei toni della critica contro questa amministrazione”, ha detto lui stesso inaugurando l’incontro dell’altra sera) ma resta un punto di riferimento importantissimo, non solo politico, per la comunità colleferrina; e – a ben guardare – la forza delle sue idee sembra essere sicuramente superiore alla forza di qualunque candidato con sotto il vestito nulla.