“In quest’epoca di pazzi ci mancavano gli idioti dell’orrore”, tanto per citare uno dei più grandi cantautori italiani: Franco Battiato. Fatto sta che, ad Anagni, continua la caccia da parte delle Forze dell’Ordine al ragazzo con la maschera da pagliaccio assassino che sta tanto facendo parlare di sé, divenendo in questi giorni una delle notizie di più stringente attualità, in città e anche altrove.
In realtà, negli Stati Uniti avvistamenti di questo genere sono quasi all’ordine del giorno, con pagliacci – definiti evil clowns – intenti ad attirare bambini nei boschi o semplicemente a spaventarli, sulla falsariga di quanto faceva Pennywise, il celebre protagonista di It di Stephen King.
Quello dei pagliacci avvistati oltreoceano è, dunque, un refrain tutt’altro che nuovo: negli ultimi anni di storia americana ci sono centinaia di storie simili a quella che sta imperversando in questi giorni nella città di Anagni dove la questione ha creato una specie di improbabile isteria collettiva, generando – specie su Facebook – una vastità di interventi più o meno condivisibili. C’è, ad esempio, chi parla di “coltellate” inferte dal clown anagnino ad un ragazzo più giovane, chi – più eroicamente – afferma di averlo incontrato e di averlo preso a calci: tutto da verificare, ovviamente.
Ma cosa sappiamo, oggi, in più, sul «creepy-clown» anagnino? Intanto che non è stato arrestato, come più di qualcuno afferma convintamente. Per quanto – c’è da dirlo – i Carabinieri della Compagnia di Anagni e la Polizia Locale coordinata dal dott. Roberto Necci gli stanno letteralmente dando la caccia.
Del resto, il responsabile (o i responsabili…) di questo scherzo non rischia solo il linciaggio (più di qualcuno gliele ha promesse…), ma anche seri guai legali. Infatti, molti dei comportamenti posti in essere dal clown nostrano costituiscono veri e propri reati.
Tanto per cominciare, la Legge vieta di andare in giro con il volto coperto. Il nostro ordinamento penale – infatti – punisce “ogni qualvolta in cui vi sia una lieve alterazione dell’aspetto esteriore del reo, ottenuta con qualsiasi mezzo, anche rudimentale, purché idoneo a rendere difficoltoso il riconoscimento del soggetto”.
Punto di partenza è il Testo Unico sulle leggi di Pubblica Sicurezza (R.D. 18 giugno 1931, n. 773) il quale, all’art. 85, prevede: “È vietato comparire mascherato in luogo pubblico. Il contravventore è punito con la sanzione amministrativa da euro 10 a euro 103″. Per quanto datata, questa disposizione di Legge è ancora in vigore.
E, ancora: il pagliaccio anagnino (e i suoi eventuali complici) è punibile anche per “Procurato allarme” ai sensi dell’art. 658 del codice penale. Secondo tale norma, infatti “chiunque, annunziando disastri, infortuni o pericoli inesistenti, suscita allarme presso l’Autorità, o presso enti o persone che esercitano un pubblico servizio, è punito con l’arresto fino a sei mesi o con l’ammenda da 10 a 516 euro”.
Inutile dire, poi, che simili apparizioni possono ledere gravemente le malcapitate vittime, specie nel caso in cui la parte lesa fosse rappresentata da giovanissimi, tra i frequentatori più assidui della cosidetta “passeggiata vecchia”, viale Giacomo Matteotti, dove più frequentemente sono avvenuti gli avvistamenti. Già solo la paura improvvisa, infatti, potrebbe far incorrere in malori o in traumi particolarmente gravi.
E’ per questo, dunque, che le Forze dell’Ordine hanno acquisito un nuovo filmato che gira sulle chat di Whatsapp e che riprende alcuni giovanissimi che “casualmente” avrebbero incontrato il pagliaccio seduto su una panchina di viale Giacomo Matteotti.
In realtà le indagini delle Forze dell’Ordine si starebbero concentrando proprio sui due soggetti inquadrati nel video (del quale, in copertina, pubblichiamo alcuni fermo-immagine) in quanto forte è il sospetto che l’incontro con il pagliaccio assassino non sia avvenuto affatto in maniera casuale, come si vorrebbe far credere nel video stesso, ma sia frutto di una messinscena artatamente realizzata i cui complici sarebbero proprio i due giovani inquadrati all’inizio del video.
Intanto, ad onor del vero e come confermato dalle stesse Forze dell’Ordine, non risulta rispondente a verità la notizia riguardante il presunto accoltellamento a danno di un giovane anagnino da parte proprio del pagliaccio assassino; “in realtà si è trattato di uno schiaffone dato dal soggetto con la maschera ad un altro giovane, quest’ultimo visibilmente sotto effetto di sostanze alcoliche; la lite tra i due era nata per futili motivi ovvero perché il giovane ubriaco, dopo aver incontrato per strada casualmente quello con la maschera, gli si è avventato contro col fine di smascherarlo“.