Riceviamo, e di seguito pubblichiamo integralmente, questa nota inviata alla nostra redazione dalla segreteria del Partito Comunista di Frosinone, che qui si ringrazia.
La seconda ondata del Covid è arrivata anche nella nostra provincia, i numeri rispetto a marzo aprile sono molto più alti e come nel resto d’Italia anche nella nostra provincia siamo ancora una volta impreparati. In questi mesi chi doveva programmare un’assistenza sanitaria adeguata con posti letto, personale sanitario, vaccini antinfluenzali non ha fatto nulla. I pronti soccorso sono stracolmi, le autoambulanze bloccate in fila davanti ai nosocomi con i pazienti a bordo perché non ci sono i posti letto per i ricoveri. Medici e personale sanitario insufficiente per rispondere all’espandersi di questa seconda ondata. E gli ospedali chiusi come quello di Anagni continuano a rimanere chiusi e con nessuna prospettiva di riaprire perché la Regione Lazio, la Asl di Frosinone, i Sindaci della zona Nord non mettono a disposizione della popolazione la struttura di Anagni ancora in perfette condizioni per poter operare come struttura ospedaliera e far fronte all’emergenza sanitaria e non solo, perché non dimentichiamoci che anche nella nostra provincia sono migliaia le visite sanitarie programmate nei mesi di marzo, aprile, maggio annullate e non più riprogrammate e quindi abbiamo malati oncologici, ematologici, infartuati che non sono stati più seguiti dal sistema sanitario con grave danno per la loro salute e per la comunità intera perché chi pensava di risparmiare con il taglio di posti letto e chiudendo ospedali ora si ritroverà a spendere molto di più.
E’ urgente e necessaria una riorganizzazione dell’assistenza sanitaria, con il potenziamento dell’offerta ospedaliera, per evitare il collasso a discapito dell’utenza e degli operatori stessi. Il Partito Comunista (PC) di Frosinone nell’esprimere la sua solidarietà e la vicinanza al personale sanitario e a tutta la popolazione che soffre nell’impotenza di potersi curare chiede:
riapertura degli ospedali chiusi e di tutti quelli che sono stati riconvertiti;
stabilizzazione di tutti gli operatori sanitari che stanno combattendo una battaglia durissima con pochi mezzi a disposizione, orari disumani;
nuove assunzioni di operatori sanitari;
assistenza domiciliare territoriale per tutti i soggetti con patologie ed anziani non assistiti in quanto non è stata creata una rete e non sono stati dati ai medici di base gli strumenti per poter operare in sicurezza;
rilancio della sanità pubblica;
investimenti sulla ricerca scientifica a cui l’attuale governo dedica pochissimi soldi.