L’area, costituita da un terreno parzialmente coltivato ad ulivi, si estende dalla cosiddetta “Casina Bonghi” – un tempo abitata da Ruggero Bonghi, filologo, politico e docente universitario – lungo tutto il pendìo che scende fin quasi verso il ruscello Rio: rilevata in affitto dall’associazione “Sconfinatamente”, fino a poco più di un anno fa si trovava in completo stato di abbandono.
Dopo i primi interventi di pulizia e a seguito di un meticoloso (e faticoso…) lavoro manuale durato un anno per liberare il terreno da arbusti, cespugli selvatici, radici e rifiuti (soprattutto cumuli depositati abusivamente…), è oggi già possibile un utilizzo parziale dall’ingresso fino alla Casina Bonghi.
Il recupero e la realizzazione del progetto di recupero è giustificato – e stimolato – dalla straordinaria posizione del parco, posto all’ingresso della città; dalla sensibile distanza dallo smog cittadino; dall’alto grado di accessibilità; dall’estensione dell’area e dalla sua configurazione; dal ricco uliveto che trovasi in loco; dalla vicinanza con la scuola annessa al convitto e di altri Istituti scolastici cittadini; dalla chiara ed importantissima identità storica e culturale; dall’aspetto naturalistico-ambientale-paesaggistico; dalla vicinanza con le aree di sosta.
Purtroppo, malgrado questi importanti aspetti che ne valorizzano i luoghi, sono da registrare alcuni altri che debbono essere affrontati e risolti, primo fra tutti il grave stato di abbandono in cui versa, malgrado l’impegno civico dei volontari. A seguire, vi è poi la necessità di una gestione costante e continua, una volta che i lavori saranno ultimati e il parco sarà inaugurato.
Ma non basta: nell’area persiste la presenza di diverse barriere architettoniche, l’assenza di un controllo delle “pericolosità sociali” (come, appunto, i cumuli di rifiuti abbandonati); lo stato fatiscente degli stabili, compresa la stessa “Casina Bonghi”; la distanza, seppure relativa, dal centro storico; la mancanza di energia elettrica e di acqua.
Malgrado ciò, comunque, l’idea è quella di trasformare l’area in un parco pubblico con ingressi dal piazzale retrostante il Convitto “Regina Margherita” e da Colle della Formica, traversa di viale G. Matteotti: una volta terminati i lavori di ripulitura e di risistemazione, il parco potrebbe ben configurarsi con un lungo percorso nel verde attraverso i vari terrazzamenti del terreno, tutti attrezzati, e spazi polifunzionali, quali un’area di accoglienza, convivialità e attività sociali; spazi per installazioni, esposizioni, rappresentazioni, conferenze; giochi ed attività per bambini; recupero dell’uliveto; campi di bocce, attività ricreative, tornei; percorsi di “ecomuseo”; scuola nel bosco; orto botanico; percorsi a tema; spazi per animali.
Una magnifica area verde, dunque, in uno dei punti più belli e panoramici della città, che potrebbe presto diventare un punto di riferimento per giovani e meno giovani, nel quale quale poter trascorrere allegramente il proprio tempo libero all’area aperta.
Insomma, una magnifica iniziativa, quella dell’associazione “Sconfinatamente”, che si sta realizzando grazie anche alla disponibilità del dirigente del Convitto, il prof. Fabio Magliocchetti, da sempre attento alle tematiche ambientali.
“Il programma richiede ancora numerosi interventi di pulizia delle aree liberate (e l’eliminazione dei rifiuti abbandonati), l’apertura di altri spazi, la sistemazione degli ingressi, la realizzazione di sentieri, la piantumazione di fiori, essenze, siepi e alberi – fanno sapere i volontari dell’associazione “Sconfinatamente” – ma, con l’aiuto di tutti, compresi i cittadini che, letto questo articolo, vorranno unire le loro forze alle nostre, avremo la possibilità reale di recuperare e trasformare un’area abbandonata in un luogo bellissimo”.