La Fabbrica dei Gesti, uno spazio artistico/culturale per la formazione interdisciplinare tra danza, teatro, musica, arriva ad Anagni.
La Fabbrica dei Gesti si presenta così:
“Formazione e produzione interdisciplinare, teatro, danza, musica. Progetti d’ integrazione sociale. Direttrice artistica Stefania Mariano.
Dal 2007 “La Fabbrica dei Gesti” è lo spazio culturale ideale per un innovativo approccio alla danza, al teatro, alla musica ed alle altre forme artistiche: uno strumento fondamentale per una partecipazione attiva alla vita culturale, con un occhio di riguardo alle fasce deboli ed all’integrazione tra le diverse culture.
Danza, teatro e musica dialogano e creano stimoli d’arte e di ricerca, perché c’è un unico filo che collega lo studio del movimento e quello della gestualità alle armonie del suono, del corpo e della voce: è l’arte antica del fare, comune a tutte le culture, che per la Fabbrica dei Gesti si traduce nell’intreccio dei linguaggi creativi per crearne uno proprio.”
STEFANIA MARIANO, danzatrice, coreografa, direttrice artistica dell’associazione la Fabbrica dei Gesti di Lecce. Counselor, docente di teatro/danza nella scuola di Artiterapie – l’Istituto Gestalt Puglia. Segue da undici anni il Professor Jean Claude Badard, ricercatore, formatore, esperto di biopsicosomatica e psicogenealogia, nel 2018 termina la formazione per terapeuti del Corso triennale in Biopsicosomatica.
Da
oltre vent’anni promuove una forma artistica fondata sulla
consapevolezza corporea, fisica, somatica, con un animo
transdisciplinare.
Formazione base di Hata Yoga e Yoga BPE,
Animatrice socio-culturale, conduce laboratori esperienziali e di
formazione sulle pratiche del corpo, in Italia e all’estero,
finalizzate alla conoscenza di sé e allo sviluppo delle
potenzialità espressive/creative, di movimento, rivolte a diverse
fasce di età e tipologie di utenti.
Lavora
nell’ambito artistico, sociale, educativo, collaborando con
istituti scolastici, ambasciate, associazioni culturali, cooperative
sociali, artisti e compagnie di teatro, danza e musica, italiane e
straniere.
In scena come danzatrice e attrice, realizza insieme
all’attore regista brasiliano Marcelo Bulgarelli e il musicista,
compositore, Claudio Prima, gli spettacoli Oltremundo e Arrivi e
Partenze.
La sua Fabbrica dei Gesti è uno strumento di ricerca personale e di gruppo, è un “canale di trasmissione” attraverso cui poter ricercare e ri-cercarsi, esplorare ed esplorarsi, conoscere e conoscersi.
Le parole di Stefania Mariano:
“Da due anni sono ospite ad Anagni dell’Associazione Cotula Danze Popolari diretta da Samanta Chiavarelli e Giorgio Quintigliani ed insieme a La Fabbrica dei Gesti di Lecce, stiamo lavorando sulla realizzazione di diversi progetti. A novembre del 2019, avevamo iniziato un laboratorio “Essere danza_pratiche di movimento e ascolto corporeo, un laboratorio di pratiche psicocorporee che utilizza differenti discipline sperimentando la relazione con il proprio corpo e il corpo dell’altro, attraversando differenti tipologie di movimento e di linguaggi finalizzate alla ricerca e alla valorizzazione della propria attitudine personale e creativa, presso l’associazione Cotula danze popolari di Anangni. Dopo solo quattro incontri, a febbraio del 2020, abbiamo dovuto interrompere tutto con l’arrivo della quarantena. Successivamente, verso aprile, abbiamo sentito il bisogno di dare continuità al percorso interrotto.
Così, siamo partiti online con 8 incontri su zoom, alcuni svolti in gruppo e altri singolarmente, da partecipanti appassionati, alcuni professionisti e altri provenienti da diverse discipline legate alla danza popolare, al teatro, alla scrittura, alle artiterapie.
Per
me, questo bisogno si è naturalmente focalizzato sulla possibilità
di lasciare al corpo la possibilità di comprendere e trasformare
tutto ciò che apparentemente sembrava andasse in frantumi:
relazioni, lavoro, progetti, obiettivi, in una possibilità. La
possibilità di fermarsi, di sospendersi, di immergersi in un
viaggio di ritorno dentro sé stessi, di ritorno al respiro,
all’ascolto, al tempo, allo spazio, allo sguardo, al gesto, al
micro, all’esperienza, al silenzio, al corpo, al niente, al vuoto,
all’essenziale, all’immobilità, alla bellezza, ai conflitti,
alle paure, al tutto… Un ritorno che ha innescato un movimento
inaspettato tra interno ed esterno, dentro fuori, che ha permesso ai
partecipanti di trasformare un momento così difficile, in un atto
creativo.
E’ così che è nato Kintsugi_tra dentro e fuori, il
video documentario, un diario di bordo che racconta l’insieme di un
processo personale diventato collettivo, d’insieme, dove ognuno ha
ritrovato parti di sé nell’altro, dove i singoli fili, sono
diventati una trama.
“Kintsugi_tra dentro e fuori” è
diventato un processo in movimento, che mi ha consentito ad ottobre
del 2020, durante la riapertura, di mettermi personalmente in
viaggio, attraversando a ritroso lungo il percorso interrotto dalla
brusca rottura del lockdown, per andare nelle case, a ritrovare i
luoghi, i volti e i corpi di chi ha desiderato intraprendere,
insieme a me, un viaggio all’interno della propria espressività,
gestualità, creatività, condividendo l’esperienza della Fabbrica
dei gesti.
Kintsugi_tra dentro e fuori è nato, originariamente, come un momento di condivisione interna al gruppo, come un momento di restituzione personale e non artistico/performativa. Solo, successivamente, abbiamo sentito che, forse, poteva essere una possibilità di condivisione con l’esterno, un modo per rendere l’esterno parte attiva di un processo che poteva diventare in qualche modo di tutti, con il forte desiderio di lasciare una testimonianza, una traccia: che la danza, l’espressione del corpo, la creatività, il teatro, la musica, sono strumenti che hanno il potere di curare l’anima, di trasformare tutto ciò che viviamo, anche questo delicatissimo momento, in una possibilità per una nuova partenza verso nuove direzioni. Questo è stato per me, per noi Kintsugi_tra dentro e fuori.”
TESSERE DI KINTSUGI
Tra il mondo di fuori e quello “di dentro”, degli spazi domestici che hanno accolto interamente le nostre giornate al tempo del lockdown, fino a calarci negli angoli più profondi di noi stessi. “Questo – dice Stefania – è stato il movimento di ‘Kintsugi_tra dentro e fuori’, che vogliamo condividere con voi rimettendone insieme le tessere, con i volti e le parole di chi vi ha partecipato, attraversando, stanza dopo stanza, gli angoli di mondo del nostro dentro-fuori.”
https://fb.watch/34urnz_EJw/
«Nella
mia cucina svolgo la maggior parte delle mie attività. Contiene
tutti i miei pensieri, le problematiche quotidiane. Emozioni
differenti, che si sono trasformate in movimenti». Anche Patrizia
Cesari ci fa entrare nell’angolo di mondo che ha deciso di
esplorare attraverso il progetto Kintsugi_tra dentro e fuori.
https://fb.watch/34uvHagpy3/
«Cocci
preziosi da cui ripartire per ricostruire la mia vita». Natascia
Blasi racconta il suo personale attraversamento del progetto de la
Fabbrica dei Gesti, fatto di gesti e di parole. È lei a firmare il
testo “Cocci” che introduce il documentario breve
“Kintsugi_tra dentro e fuori.
https://fb.watch/34uAu4EqeY/
“Una
stanza tutta per sé”, i nostri angoli di mondo, gli spazi a cui
affidiamo i nostri gesti. Anche Michela Galli racconta la sua
esperienza di Kintsugi_tra dentro e fuori.
https://fb.watch/34uHr0Ogl5/
Samanta
Chiavarelli, che con l’associazione Cotula Danze Popolari ha
ospitato il laboratorio “Essere danza_pratiche di movimento e
ascolto corporeo” di Stefania Mariano da cui successivamente è
nato il progetto Kintgsugi, e che si è anche messa attivamente in
gioco in questo percorso.
https://fb.watch/34uMStMndr/
«È
stato interessante vedere come gli oggetti dialogano con il corpo,
che si muove in relazione a questi. Così, il mio “corpo in
estensione” mi ha permesso di toccare il mio spazio interiore.
Angela Ferulli
https://fb.watch/3mq6dHSzGP/
Vedere,
sentir nascere un movimento, un gesto, un’azione. Viverlo così
com’è, senza intervenire. Lasciarci liberi per lasciare libero il
nostro corpo di esprimersi, esplorare, espandersi. Semplicemente
poter osservare e ancora una volta SENTIRE come il nostro corpo
diventa tramite, espressione di un “dentro dentro” così
istintuale, primitivo, che non conosce forme, alfabeti, cerimonie, ma
che desidera solo svolgere la sua funzione, nascere e morire a se
stesso, senza nessun attaccamento. Stefania Mariano
https://www.facebook.com/media/set/?vanity=lafabbricadeigesti&set=a.10160627056244606
Racconto di Giorgia Salicandro
KINTSUGI: Tessere, frammenti, appunti di viaggio, momenti, riflessioni dei partecipanti al laboratorio
«La prima visualizzazione del conflitto è il caos, lo stesso caos che cerchiamo di risistemare quando per giorni si accumulano i panni delle troppe lavatrici e che, mettendo tutto in perfetto ordine, cerchiamo di dominare come strategia contro il nemico… conflitto verso altre persone, ma rivolto anche a noi stessi, a ciò che ci portiamo dentro, che pesa, con cui combattiamo una guerra» (@Caterina Sperati)
«C’è stato caos, c’è stato un “utero” che mi ha accolto e da cui non volevo più uscire e poi volevo scappare fuori, ci sono stati ricordi che lasciavano attaccate le radici, ci sono state lacrime… e poi c’è stato il GESTO… uno, poi un altro, poi un altro ancora… così naturali e spontanei e quindi così miei» (@Samanta Chiavarelli)
«Basta
Inquietudine
Sorridere Oltrepassare
Guardarsi
NegliOcchi
Desiderio
Interno
Luce
Intensa
Bagliore
Energia
Rilassare
Trovare
Allegria»
(@Roberta
Buongiorno)
«Il divano è diventato il centro fisico di questa ricerca. Non mi serviva accendere perché già dai miei genitori sentivo tutto il giorno notizie catastrofiche…Ero stanca di sentirle. Nella sala di casa ballavo» (@Michela Galli)
«La musica diventa stonata, confusa, dimenticata, non si riesce a suonare a ricordare, come la nuova realtà che non risponde più a canoni, dinamiche, traiettorie conosciute» (@Barbara Pizzale)
«Fare il pane è un atto d’amore, mi riporta alle radici e il movimento è circolare. Tutto è circolare, tutto torna» (@Patrizia Cesari).
Ancora alcune suggestioni, tessere sparse del nostro percorso. «Scompormi per sviscerare ogni movimento e vedere cos’altro poteva venir fuori dal mio corpo, oltre il mondo della danza popolare da cui provengo e in cui da sempre vivo, sotto un nuovo sguardo» (@veronicacalati )
«Con il corpo ho abitato lo spazio della creatività: quel luogo dove raccogliersi, prima, ha permesso di spogliarsi dopo. Così ho potuto aprirmi ad un viaggio interiore giocoso, con una capriola» (@angelaferulli )
«Sono circondata da fastidiosi cumuli di scatole, borse, libri. Il rifiuto per quello che ho attorno mi spinge verso il fuori, pregna di malinconia e speranza. Inizio a bramare l’evasione e il movimento» (@fanellaelena)
«Muro=costrizione, porta=possibilità – petto aperto, cuore nudo, mani che l’accarezzano – lampada=cocci – quel che rimane e che diventerà altro, preziosi. Tre oggetti/spazi e tre parole chiave per dare corpo al mio lavoro» (@natasciablasi)
“Kintsugi_tra dentro e fuori”
ideazione
e regia Stefania Mariano
montaggio Stefano Tramacere
musiche
originali Claudio Prima
comunicazione Giorgia Salicandro
con la partecipazione di Elena Fanella, Patrizia Cesari, Barbara Pizzale, Caterina Sperati, Veronica Calati, Natascia Blasi, Angela Ferrulli, Samanta Chiavarelli, Michela Galli, Roberta Buongiorno, testo e voce Natascia Blasi
Un progetto de la Fabbrica dei Gesti, nato dal laboratorio “Essere danza_pratiche di movimento e ascolto corporeo” presso l’associazione Cotula danze popolari di Anagni realizzato con il sostegno di Regione Puglia e Teatro Pubblico Pugliese nell’ambito della programmazione Custodiamo la cultura in Puglia.
articolo a cura di Chiara Tarquini