Di seguito, integralmente e senza modifiche pubblichiamo una nota inviata a questa redazione dal gruppo “Cittàtrepuntozero”:
Siamo alle solite! Nella scuola di Pantanello nei giorni scorsi si sono ripresentati problemi: le ben note infiltrazioni d’acqua, aggravate tra l’altro dalle copiose precipitazioni, sono abbondantemente percolate attraverso il tetto, causando la caduta di pezzi di intonaco che – per fortuna e grazie al cielo – non hanno colpito nessun bambino. Ad appesantire la già desolante situazione l’impossibilità, per i piccoli studenti, di poter usufruire dell’aula di informatica: la muffa che la invade, salendo dal pavimento, ne “mangia” le pareti e rende stanza ed attrezzature inagibili. E i lavori fatti? Ricordiamo più consiglieri, tronfi e soddisfatti, vantarsi dei risultati raggiunti e parlare di svolta storica per le scuole di Anagni; ancora abbiamo davanti agli occhi i nostri amministratori, li vediamo mentre decantano gli stanziamenti ottenuti per i vari plessi, sottolineando l’eccezionalità della loro azione. Ricordate come volassero cifre con l’obiettivo di rimarcare l’immane sforzo economico sostenuto?!? Come non facessero altro che ribadire di aver sudato sette camicie per riuscire a mettere in sicurezza i malandati stabili, dove – per inciso – vanno tutti i giorni le nostre figlie e i nostri figli? Noi, prima di tutto, vogliamo far presente che le cifre erogate erano obbligatoriamente destinate al rifacimento dell’edilizia scolastica; il problema è che i soldi sono stati cacciati dalle casse comunali, visto che solo qualche mese prima erano andati persi quasi 500000 euro di fondi ministeriali per colpa di progetti giudicati inadeguati, che quindi non hanno raggiunto il punteggio in graduatoria previsto dal Ministero. Ora la nostra domanda è: volete mandare qualcuno a riparare queste infiltrazioni? Oppure i nostri figli dovranno continuare a stare in aule nelle quali piove dal soffitto, in cui c’è il rischio che qualche calcinaccio cada loro sulla testa? Per favore cominciate ad amministrare questa città come si deve e smettetela di vantarvi di meriti che non vi appartengono; soprattutto finitela di sbandierare ipotetici traguardi ai quattro venti che poi i fatti smentiscono sempre: questa volta – è il caso di dirlo – ci ha pensato una “tegola caduta sulla testa” a riportarvi tra noi umani, gente comune convinta che sia un imperativo categorico inderogabile garantire ambienti sicuri ai più deboli, ai più piccoli, ai più indifesi. Chiedete scusa a tutti noi che ogni giorno portiamo i bambini a scuola e li affidiamo nella braccia di quella comunità di cui voi siete rappresentanti e garanti.