Il volenteroso Gianfranco Pirosini di Piglio, con l’esperienza accumulata in tanti anni d’esplorazione nelle grotte di Piglio e dintorni e a seguito di una escursione sul Monte Pila Rocca (1.108 m) e sul colle del Mattone (1.120 m) facenti parte della catena montuosa dei monti Ernici a meridione di Piglio, ha ritrovato sulla sommità montuosa e collinare dei resti di trincee, muretti a secco e cocci come da foto.
“Sarebbe interessante sapere – dice Gianfranco – in quale contesto questi resti sono stati utilizzati dall’uomo e quale è la loro storia sia dal punto di vista concettuale che materiale”.
Gianfranco intende valorizzare gli aspetti culturali, paesaggistici e di salubrità che fanno di Piglio insieme alle “grotte” una meta sempre più ambita dai turisti. Ci auguriamo che queste testimonianze del passato di Piglio siano foriere di una mirata azione di recupero delle nostre zone, che tanto possono dare per lo sviluppo di attività economiche e culturali, e che porti ad un definitivo riscatto dell’intero Comprensorio, allineandolo finalmente alle Regioni più progredite del Paese.
Al già notevole patrimonio turistico-culturale di Piglio, dal famoso vino Cesanese alla gastronomia, alle bellezze artistiche, si aggiungono questi resti del passato che potrebbero contribuire a fare di Piglio un importante polo turistico del Frusinate.
Da oggi in poi tutto il comprensorio non avrà necessità di allontanarsi per ammirare tali bellezze naturali. La parola, ora, passa agli esperti!
articolo e foto di Giorgio Alessandro Pacetti