Nella drammatica scena finale del film i due protagonisti, messa da parte la codardia e la viltà che li ha contraddistinti per tutto il corso della narrazione, vengono fucilati dagli austriaci che li avevano fatti prigionieri.
Non tutti sanno che in questo straordinario capolavoro cinematografico di Monicelli viene fatta menzione proprio della città di Anagni: trascorsa un’ora e venti minuti circa dall’inizio del film, vi è il passaggio in cui il soldato Giacomazzi, giovane e analfabeta, chiede al suo ufficiale di riferimento – il Ten. Gallina, interpretato da Romolo Valli – di leggergli una lettera speditagli dalla sua fidanzata.
La cattiva notizia è che la donna – che, come si evince in capo al testo della lettera, scrive proprio da Anagni – si è fidanzata con un altro uomo, anziano e ricco. Ma il Tenente Gallina che legge la lettera per l’analfabeta inventa un altro contenuto per non rattristarlo.
Un omaggio alla nostra città del quale non possiamo che essere grati al grande Mario Monicelli, a undici anni dalla sua scomparsa. Tra l’altro, è bene ricordarlo, Alberto Sordi, il grande ed indimenticabile Albertone nazionale – protagonista del film assieme a Gassman – ha proprio origini ciociare: sua madre, Maria Righetti (che giace accanto a lui nella tomba di famiglia nel cimitero monumentale del Verano di Roma) era nata a Sgurgola. Suo padre, Pietro Sordi, era nato a Valmontone. Chissà: magari, Pietro e Maria si erano conosciuti proprio a metà strada…