Nel centro storico di Anagni, proprio di fronte a Palazzo Martinelli e, venendo da Piazza Cavour, poco prima della Chiesa di Sant’Andrea, una strada si congiunge a Via Vittorio Emanuele e prende il nome di Largo Raffaele Zegretti.
Ma chi era costui? Quasi un “Carneade” della storia anagnina, ormai dimenticato dai più e di fatto sconosciuto alle giovani generazioni.
Raffaele Zegretti è stato deputato per quattro legislature (XXII, XXIV, XXV ed XXVI) partecipando attivamente alla vita politico-parlamentare del Regno d’Italia dal 1904 al 1924 e vivendo anche la difficile fase del trapasso dalla democrazia liberale al fascismo.
Nato ad Anagni il 14 ottobre 1860, di professione ragioniere, il cavalier Raffaele Zegretti era esponente di spicco del gruppo giolittiano nel Lazio, anche se particolarmente vicino alle istanze della sinistra demo-costituzionale degli ex zanardelliani.
Nel 1913 Zegretti partecipò alla fondazione del Partito Democratico Costituzionale Italiano, primo gruppo organizzato della sinistra liberale in Italia, benché soggetto a spaccature interne dovute alla diversa provenienza politica dei propri esponenti (demo-costituzionali, giolittiani, radicali e socialisti riformisti). Come parte del gruppo romano, numeroso e particolarmente attivo, capace di condizionare a fondo la linea del PDCI, Zegretti fu uno dei dirigenti del partito anche se i giornali dell’epoca continuarono a considerarlo giolittiano; questo anche perché il politico anagnino non rinnegò mai la propria vicinanza allo statista piemontese né criticò mai la sua linea politica.
Proprio nel 1913 si svolsero le prime Elezioni politiche a suffragio universale maschile e nel Collegio di Anagni Zegretti dovette confrontarsi con il moderato filo-cattolico Alessandro Albini Millelire. L’appoggio dei cattolici (vigeva ancora il “Non Expedit” di Leone XIII) ad Albini Millelire fu annunciato sul quotidiano romano “La Tribuna” (12 ottobre 1913) nell’articolo “Nei Collegi del Lazio inferiore” e si era trattato di un processo decisionale difficile visto che, come si evince da una lettera del vescovo di Alatri Bevilacqua, solo alla fine Millelire diede “garanzie” sulla sua affidabilità per l’elettorato clericale del Collegio.
Per parte sua Zegretti presentò un programma dichiaratamente laicista ed agriculturista, vicino alle istanze della piccola proprietà rurale. In particolare tra le proposte di Zegretti vi erano proposte di riforme sulla legislazione rurale atte a favorire la piccola proprietà contadina con il frazionamento dei latifondi improduttivi e l’accesso facilitato al credito per i contadini cosicché potessero acquistare o costruire le proprie abitazioni all’interno delle proprietà agricole ed il sostegno allo sviluppo capillare dell’Istruzione popolare. Proposte prettamente legate a questioni anagnine o comunque del Collegio Zegretti le fece in materia di viabilità, usi civici (il suo impegno alla Camera dei Deputati si espletò anche su proposte relative proprio agli usi civici ed alle servitù civili e militari delle strade laziali) ed assistenza sanitaria. Un programma di grande attualità che dovrebbe far riflettere su quanto poco, a più di cento anni, sia cambiata la situazione nel nostro territorio.
Nei comizi che svolse sia ad Anagni che ad Alatri, Zegretti si dichiarò rappresentante del Partito Democratico Costituzionale Italiano e portò alle due cittadine i saluti di Giolitti, “sotto il cui governo illuminato – dichiarò il candidato anagnino – l’Italia ha superato quasi senza urti la formidabile lotta delle classi sociali” e schierandosi quindi su una posizione interclassista tipica della Sinistra storica.
Nella mattinata del 13 ottobre 1913, in occasione del comizio di Zegretti ad Alatri i sostenitori di Albini Millelire della città dei ciclopi organizzarono una contromanifestazione che però non degerò in scontri.
Un fatto curioso: nonostante l’appoggio dei clericali al suo avversario, Zegretti godette del sostegno “campanilistico” dei cattolici anagnini e molti sacerdoti e parroci di Anagni fecero campagna elettorale attiva, anche nei paesi vicini, per il candidato demo-costituzionale, tanto che il vescovo di Alatri in una lettera indirizzata al presidente della Sacra Congregazione Concistorale Di Lai, si lamentò dello “zelo eccessivo” e della “troppa efficacia” con la quale il clero anagnino sosteneva il laicista Zegretti.
I risultati elettorali parlarono chiaro: Zegretti era padrone assoluto del Collegio di Anagni con 6520 voti ottenuti contro i 2930 voti di Albini Millelire.
Al termine di quella Legislatura Zegretti entrò nel Partito Liberale-Democratico Italiano e partecipò all’esperimento dell’Unione Democratica, l’alleanza tra PLDI e Partito Democratico Sociale Italiano, nel tentativo di dar vita ad un “partito nazionale” fondato sulla fusione delle principali forze dell’interventismo liberale di destra e di sinistra in funzione anti-socialista ed anti-fascista.
Raffaele Zegretti è certamente una figura da riscoprire della storia della nostra città. Chiunque avesse documenti relativi alla vita ed all’attività dell’On. Zegretti può contattare anagnia.com.
articolo a cura di Filippo Del Monte