Di seguito, riportiamo integralmente e senza modifiche la nota stampa inviata a questa redazione dal movimento Fiuggi Civica relativa alla privatizzazione di ATF:
Dopo due mesi e mezzo di pausa, riprende il teatrino della privatizzazione di ATF, con schermaglie ridicole tra Sindaco e Consigliera Regionale sui ritardi del bando. Ovviamente nessuno dei due si preoccupa minimamente del pastrocchio che hanno combinato con un Accordo di Programma incompatibile con leggi regionali, nazionali ed europee. Né sono rammaricati per essersi dimenticati di finanziare con mezzo euro un ormai indispensabile e complesso intervento di rigenerazione del bacino e delle sorgenti.
Ma la cosa più assurda è che non discutono minimamente di possibili strategie e prospettive di rilancio dell’economia locale; non mettono a confronto la propria visione del futuro di Fiuggi, sforzandosi di superare i loro vuoti slogan su un generico futuro green o sul cicloturismo.
Procedono a fari spenti nella notte, uniti dalla più totale mancanza di contenuti e dalla stesso attaccamento alla poltrona, alla ricerca di un qualche Babbo Natale che risolva i nostri problemi, che sia gradito alla Regione Lazio e mantenga ATF “al servizio della Città”, cioè al servizio della politica locale: il perfetto identikit di un faccendiere, non di un imprenditore serio.
E dispiace molto vedere le categorie economiche cittadine in gran parte al seguito di questi pifferai, che peraltro non hanno alcun interesse personale in gioco e quindi non pagheranno direttamente alcun prezzo economico per i propri errori.
Stendiamo poi un velo di misericordia sull’appiattimento dei rispettivi gruppi politici, che seguono il capo branco senza porsi domande, con la sola preoccupazione di non perdere posizioni e benefici.
Insomma, procediamo sereni verso un probabilissimo baratro, ma ci sta bene così!
Invece a Fiuggi Civica, unica ad aver votato contro l’Accordo di Programma, non sta bene per niente e ribadisce con forza il proprio deciso ed irreversibile “NO” a qualsiasi operazione di svendita e alla totale assenza di piani strategici, capaci di definire un chiaro e trasparente percorso di valorizzazione delle nostre risorse, anche attraverso strumenti di dialogo aperto con il mercato ed i possibili investitori privati”.