A contattare la redazione è stata una giovane madre ciociara, per informarci di questa problematica che stanno riscontrando parecchie famiglie con a carico bambini affetti da varie disabilità. Il bambino in questione ha 5 anni e da un anno e mezzo non riceve cure mediche dal servizio ospedaliero locale, per lui fondamentali.
“Mio figlio ha 5 anni, ed era seguito dalla Asl fino all’inizio della pandemia, ma ormai è da esattamente un anno e mezzo che non riceve servizi ospedalieri da questa struttura. Fortunatamente io ho potuto permettermi delle cure presso dei privati, cure costose di € 400-500 al mese. Capisco i motivi di questa momentanea sospensione di questo tipo di servizio, prima erogato dall ASL, ma è pur vero che i bambini con disabilità hanno bisogno di essere seguiti a livello psicomotorio; non è comprensibile, invece, il fatto che nel periodo di riapertura non si siano mobilitati nel riprendere le terapie all’interno della struttura. Le motivazioni che ci hanno fornito sono state: la mancanza del personale sanitario e la mancanza dei dispositivi medici”.
Ribadisce la giovane mamma: “conosco mamme che stanno attendendo dei certificati importanti per le scuole, per mezzo dei quali c’è la possibilità di affiancare ai bambini disabili una maestra di sostegno. Tali documenti devono essere consegnati alle scuole entro giugno”.
La signora continua: “immagino chi, purtroppo, non ha potuto permettersi queste cure al di fuori della Asl: come si fa a lasciare i bambini bisognosi di sostegno in questo modo?”.
E conclude: “Sono problematiche che non hanno una cura definitiva, possono solamente peggiorare, per questo c’è bisogno di costanza nelle terapie!”. La signora si domanda: “visto che le terapie in Asl non le fanno, e visto che è un anno e mezzo che questi bambini vengono abbandonati a se stessi mi domando: cosa stanno facendo, in quel reparto, questi addetti, se non ci sono bambini da curare? Lo stipendio che paghiamo noi contribuenti dove va a finire?”
Come sicuramente si può evincere da questa intervista, la grave problematica non può essere presa sotto gamba. Risulta inaccettabile l’inefficienza dei servizi sanitari locali nei confronti dei soggetti particolarmente a rischio, con conseguenti ripercussioni anche per quanto concerne il benessere familiare.
Sono questioni relativamente delicate, che coinvolgono emotivamente la famiglia rischiando di essere vittima di eventi stressogeni, ed il servizio Asl dovrebbe tutelarli. Ad aggravare tali difficoltà sarà stato, certamente d’influenza, il periodo di DAD al quale i bambini sono stati sottoposti; non è necessaria chissà quale solidarietà per comprendere quanto sia ingiusto l’inoperato della prestazione di cui si ha diritto, in particolar modo nella situazione di restrizioni pandemiche in cui ci ritroviamo.
articolo a cura di Chiara Tarquini