Oggi, lunedì 26 aprile 2021, la tanto attesa ripartenza (ancora parziale) di molte attività dopo le più attente restrizioni contro la pandemia. Legittime attese per chi vive di lavoro proprio o crea condizioni di lavoro per sé e per altri.
“Nessuno sarà lasciato solo”, lo slogan della politica ogni giorno ad ogni livello. Eppure, qui ad Anagni c’è chi non ce l’ha fatta; chi non riapre più pur avendo la vetrina forse più bella e un’insegna assai preziosa per una città a vocazione culturale e turistica come la nostra. Una bella attività commerciale tesa ad alimentare la mente più che il guardaroba o lo stomaco. Una libreria che chiude è sempre una sconfitta per una comunità. Lo è ancor di più se ad alzare bandiera bianca, sottovoce e con grande onore, è una concittadina di 25 anni che, con passione e amore, ha sognato di poter vivere una città migliore.
Chi amministra la città s’interroghi, si chieda se in tempo di pandemia è stato fatto tutto ciò che si poteva, che si doveva, per mantenere ad Anagni un’attività, un’insegna così tanto preziosa. Forse le dinamiche di una libreria aperta da non molti mesi non sono le medesime dell’asporto o del servizio tavolo, forse bisognava capire meglio, forse bisognava agire o, per alcuni, bisognava accorgersi che li era nata una libreria e che valeva la pensa entrarci dentro.
Lei, Cristina, è assolutamente soave quando dice “mai avrei pensato che il sogno di una vita potesse essere così breve”. Ma, giovanissima, aggiunge e ammonisce: “di questi tempi era difficile ma combatterò sempre perché i libri sono le nostre storie e senza le nostre storie saremno nulla”. Grazie Cristina!
articolo a cura del dott. Nello Di Giulio