Grazie ad anagnia.com per la chiarezza e completezza dell’articolo “Lavori alla chiesa di Sant’Agostino: tanti dubbi, pochissime certezze” che tratta molte domande che, giustamente, si pongono tanti nostri concittadini e non solo. Ora, come si fa giustamente cenno nell’articolo, il tema è anche su cosa si farà, quando si farà e a quali costi per poter riaprire questo prezioso edificio alla nostra città.
Il tema è molto importante per Anagni sul piano civile, su quello turistico monumentale, nonché religioso. L’edificio, è noto, custodisce il nostro Sacrario Militare a ricordo dei caduti della Grande Guerra, è adorno di opere d’arte di pregevole valore, è nostro unico esempio di importante chiesa a base circolare è luogo di devozione e culto della Madonna della Cintura un tempo molto sentito dal popolo anagnino.
Avendo, anche nel mio ruolo di consigliere comunale, seguito il procedimento verso i diversi enti e confernando appieno quanto riportato dal vostro giornale, dovremmo poter solo aggiungere che il lungo cantiere ha, quasi per fortuna, consentito di effettuare un’attenta diagnosi dell’edificio, da cui sarebbe scaturito un certo livello di preoccupazione per alcuni ammaloranenti di elementi strutturali individuati soprattutto alla base della grande cupola sferica.
Le relazioni dei tecnici di Soprintendenza avrebbero consentito di prefigurare le opere di consolidamento e restauro stimate per un costo prossimo al milione di euro, pur non evidenziando necessità ulteriori da trattare in somma urgenza.
Il FEC (Fondo Edifici di Culto) parrebbe abbia prontamente considerato l’intervento necessario ed opportuno nella sua attuale compatibilità di flussi (Mnistero degli Interni) dietro regolare progettazione definitiva – esecutiva non completamente esperibile, purtroppo, da parte di Soprintendenza (Ministero della Cultura) se non con ricorso a professionisti strutturisti esterni.
Il terzo ente che entra, pertanto in questione è il Provveditorato alle Opere Pubbliche (Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile) che dispone certamente di professionisti abilitati, ma che si occupa, ovviamente generalizzando, dal completamento del TAV al fantomatico ponte sullo stretto. Consistenti i rischi di un allungamento indeterminato della variante tempo.
Insomma, riterrei che un’azione di sostegno politico – istituzionale che non faccia scemare l’attenzione sulla nostra chiesa di Sant’Agostino sarebbe quanto mai utile, visto che saremmo, ad oggi, proprio nell’importante fase del formalizzare volontà e disponibilità informalmente espresse.
Un’azione mirata del Sindaco della città, auspicabilmente di concerto con la nostra Diocesi, verso il FEC o altri interlocutori sarebbe cosa opportuna, quasi necessaria, a sostegno del pieno recupero di tanta storia e profondi valori alla nostra comunità cittadina. Assistere oziosamente che tutto rischi di annegare nel mare magnum ministeriale sarebbe deprecabile.
articolo a cura del dott. Nello Di Giulio, consigliere comunale ad Anagni con il gruppo “Anagni cambia Anagni”