“La lettera aperta del Sindaco costituisce un maldestro tentativo di autodifesa che giunge a seguito della veemente reazione di migliaia di cittadini. Di fatto, Daniele Natalia si è svincolato dalla responsabilità primaria di cui è stato investito tre anni fa: anteporre agli interessi privati, il bene della res publica, dei cittadini stessi, del territorio che ci ospita. Da responsabile della salute pubblica dovrebbe sapere che quel parere in conferenza dei servizi è stato dato con superficialità, cosa che non poteva permettersi e che non doveva fare”. E’ quanto si legge in una nota inviata a questa redazione dai responsabili del comitato “No al biodigestore” secondo i quali “è mancato lo studio, l’analisi, è mancata una collegialità ragionata con i sindaci di tutta la Valle e con le figure professionali e le realtà associative del territorio. E’ mancato il dialogo con i cittadini che hanno portato le osservazioni in conferenza dei servizi”. I cittadini che il sindaco, la Provincia, la Regione, la ASL, hanno il dovere di ascoltare e tutelare”.
“C’è – si legge ancora nella nota – una responsabilità a vari livelli che va rivelata e non rimpallata. Responsabilità da cui nessuna istituzione è esente. Detto ciò, c’è anche da dire che si fatica a comprendere questo tentativo di “giustificazione” del primo cittadino: la strenua difesa del progetto da parte del Sindaco e la maggioranza tutta ci sono parse lampanti in sede di consiglio comunale aperto. Il fatto che si sia dato ampio spazio alla società proponente e che si sia relegato un minimo spazio alla società civile, ci è sembrato un modus operandi inusuale e poco rispettoso nei confronti dei cittadini”.
“Anche per questo oggi la lettera del primo cittadino, lo stesso Daniele Natalia che da consigliere di Minoranza nella passata consiliatura approvava convintamente una moratoria per l’installazione di impianti di trattamento rifiuti eccedenti le necessità comunali, ci lascia perplessi. Cosa non secondaria, la questione non può essere ridotta a considerazioni di carattere tecnico: essa è ben più ampia, di largo respiro. La questione è politica. Lo è perché oggi più che mai va ripensata l’economia di una intera Valle. Va ripensata, pianificata, strutturata. E va fatto con la società civile”.
“L’errore nel quale non bisogna cadere è quello di guardare al territorio come a porzioni di terreno a disposizione di chi vuole speculare. La Valle non può essere soggetta a lottizzazioni in vendita ai migliori (?) acquirenti. La Valle è un luogo di condivisione che investe diverse realtà e che attende da troppo tempo una bonifica dal pernicioso inquinamento che la attanaglia. Della sua (e dunque nostra) salute sono responsabili i Sindaci, gli enti provinciali, la Regione, le ASL. Dalla sua salute dipendiamo tutti. Noi cittadini ne siamo responsabili. Per questo chiediamo a gran voce una pianificazione ex novo di tutto il territorio a beneficio dello stesso e non la svendita a privati a danno della collettività”.
“Ecco, le chiediamo di prendersi questa responsabilità. Sindaco, ora ci rivolgiamo a lei. Lei non è un semplice tecnocrate che dà pareri con leggerezza perché “non vincolanti”. Il parere di un sindaco ha dapprima un valore morale. Dire sì in sede di conferenza dei servizi è stato un errore. Si può riconoscere i propri errori e tornare sui propri passi. Ma lo si deve fare chiaramente e non attraverso un “j’accuse” rivolto ai cittadini. E’ un ennesimo tentativo di fuggire dalle proprie responsabilità e scaricarle sui cittadini stessi. Questo non Le fa onore. Lei ha fatto le sue scelte, la comunità della Valle del Sacco farà le proprie”.
nota stampa a cura del comitato “No biodigestore Anagni”, coordinamento associazioni, comitati e libere cittadine e cittadini di Anagni e della Valle del Sacco