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    Home » Biodigestore Anagni, la minoranza consiliare: “il sindaco Natalia ci ripensa o la butta in caciara?”
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    Biodigestore Anagni, la minoranza consiliare: “il sindaco Natalia ci ripensa o la butta in caciara?”

    18 Luglio 20216 Mins Read
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    la zona industriale di Anagni, nella valle del Sacco
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    Ripensare una scelta sbagliata ci può stare anche se non sempre il danno già fatto alla città sarà integralmente recuperabile.

    Di certo ci vorrebbe chiarezza nel denunciare l’errore commesso e, poi, impegno vero per rimediare ai suoi effetti, più o meno devastanti, oggettivamente avviati (det. RL di pronuncia di Valutazione Impatto Ambientale).

    Purtroppo nella sorprendente lettera che Natalia scrive agli anagnini emerge più quel suo “buttarla in caciara” che non saggezza di ripensamento al quel suo parere favorevole all’arrivo ad Anagni di 84 mila tonn/a di rifiuti dall’intera provincia di Frosinone e, probabilmente, da ogni dove. Perché, è bene ripeterlo, anche con la bella storia del biometano, è sempre di rifiuti urbani che si tratta!

    Unico possibile rimedio da garantire ai cittadini sarebbe il revocare quel parere favorevole espresso ed impugnare la chiusura della procedura di VIA ricorrendo ad organi giurisdizionali visto che l’aver di fatto “autorizzato” (per quanto di pertinenza di un sindaco) non consente ridiscussioni nella medesima sede di interlocuzione.

    Dire che il procedimento è iniziato ne 2017 sotto altra amministrazione ma sottacere che esso è “ripartito” nel 2020 è, di fatto, ingannevole. Quell’amministrazione del 2017 chiamò l’intero Consiglio comunale a votare all’unanimità una moratoria degli impianti di rifiuti; lui -Natalia- il 24 dicembre 2020 ha inviato il suo PARERE FAVOREVOLE alla Regione Lazio ignorando quell’atto del Consiglio comunale e senza neanche discuterlo in una commissione consiliare o con tecnici di settore. A seguire, come se non bastasse, il 24 giugno scorso abbiamo assistito finanche ad uno stravolgimento in farsa del Consiglio comunale straordinario richiesto da noi consiglieri di minoranza.

    Dice Natalia, autorità sanitaria sul territorio, che si tratta di un parere non vincolante ma ben dovrebbe sapere che altri sindaci fanno valere le ragioni del proprio territorio che lui, invece, ha maldestramente messo al servizio di un gigantesco impianto rifiuti da 84 mila tonn/a che cambia, oltre che lo sviluppo, la stessa immagine della città di Anagni.

    Il Sindaco Natalia, diventa addirittura risibile nelle sue “prescrizioni” che racconta ai cittadini e nel loro presunto rispetto vincolistico che asserisce (nelle sue interviste) di poter controllare/garantire (lui?) nel corso delle attività produttive.

    Alcune di queste “prescrizioni” ad esempio, sono inventate di sana pianta nella lettera ai cittadini in quanto di esse non c’è traccia, non potrebbe esserci traccia, nel parere favorevole da lui inviato agli uffici deputati della regione.

    Scrive il Sindaco in questa sua lettera ai cittadini preoccupati per le forme d’inquinamento dalla fila di camion verso Anagni: garanzia di un “piano trasporti che escluda completamente le zone urbanizzate”. Una risibile panzana che, laddove l’avesse rappresentata in regione avrebbe fatto sorridere (o piangere) come le altre sciocchezze raccontate, in proposito, ad una rete televisiva del territorio. Non sa forse il sindaco che l’area di Osteria della Fontana o quella della via Anticolana sono classificate “centro urbano”? o forse pensa il Sindaco che i rifiuti dell’intera zona nord della Ciociaria (Ferentino, Alatri, Fiuggi, Paliano Serrone, ecc. ecc.) possano arrivare ad Anagni con l’areoplano, magari visibili solo “a testa alta”?

    Esiste, ci chiediamo tutti, un limite alla libertà di prendere in giro i cittadini?

    Per quanto riguarda le altre presunte “prescrizioni” garantite dal Sindaco agli anagnini ci sarebbe da dire che quasi tutte sono di fatto smentite (purtroppo) nei contenuti del testo autorizzativo della procedura di VIA pubblicato dalla RL (Det. G07071 del il 10 06 2021). In luogo della presunta “assenza di emissioni nocive in atmosfera” e “assenza di problemi di natura odorigena” raccontate dal Sindaco si legge, infatti di: (1) “inquinamento atmosferico da polveri”, (2) “inquinamento atmosferico da gas di scarico”, (3) “inquinamento atmosferico per emissioni convogliate”, (4) “inquinamento atmosferico per emissione di odori” e, dulcis in fundo, di (5) “inquinamento atmosferico da fumi dovuti ad eventuale incendio” atteso che anche questo particolare rischio è statisticamente presente per “aspetti da un lato cause accidentali o dolose…. e dall’altro la presenza di sistemi di produzione ed utilizzo del biogas prodotto…. con punto d’infiammabilità pari a ca. 700°C e …… che può determinare il rischio di incendio / esplosione”. Le “mitigazioni” non sono certo una soluzione.

    Ma di cosa stai parlando signor Sindaco? Oltre che prendere in giro i cittadini, stai scherzando veramente con il fuoco. Ravvediti seriamente e non con le solite chiacchiere!

    Economia circolare, Sindaco, non significa portare nella valle del Sacco e ad Anagni migliaia di tonnellate di rifiuti da ogni dove. Siamo già dentro un’area SIN in attesa di bonifica e riambientalizzazione, siamo agli antipodi di una visione di sviluppo sostenibile della città e del territorio di cui tu sei il Sindaco.

    Ai cittadini interessa poco l’ufficio, l’organo amministrativo che ha indetto le conferenze di servizi ed ha autorizzato la procedura di VIA. Del Piano rifiuti della Regione Lazio si può, si deve discutere ma esso è già altra cosa.

    Ai cittadini preme la salute, la qualità della vita dei propri figli, la difesa delle loro attività produttive e del valore delle proprie abitazioni.

    Per questi interessi degli anagnini, Sindaco, non hai combattuto, non ti sei opposto, hai espresso il tuo favorevole parere ad un mega impianto rifiuti senza sentire un consiglio comunale, senza una commissione ambiente – urbanistica, senza alcun confronto con portatori d’interesse dei cittadini come le associazioni socioculturali, rappresentanti nel settore del turismo o in quello delle principali attività agricole e produttive.

    Persino il nostro Vescovo, che ringraziamo vivamente, ha dovuto richiamare a un “No all’assunzione di decisioni dispotiche: occorre valutare bene costi non solo economici e benefici. La decisione (una decisione così straordinaria ed impattante) va presa di concerto tra tutte le forze sociali, politiche ed istituzionali de non in maniera autoritaria senza interpellare gli altri”.

    Sindaco questo sarebbe rispetto vero per la città ed i cittadini, non passerelle che invochi e racconti a cose fatte di cui, per altri aspetti, ne abbiamo piene pure le tasche!

    Sindaco questo è il tempo per recuperare solo opponendoti alla realizzazione dell’impianto appoggiando il nostro ricorso al TAR ed ogni altra iniziativa a salvaguardia della salute degli anagnini, della qualità della vita e dello sviluppo economico sostenibile.

    articolo a cura dei consiglieri di minoranza Nello Di Giulio, Valeriano Tasca, Fernando Fioramonti, Alessandro Cardinali e Sandra Tagliaboschi

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