Anni di violenze fisiche e psicologiche, ricatti e minacce e un dolore che non trova spazio e spesso viene soffocato dalla vergogna. A ciò si aggiunge che non sempre le vittime trovano il coraggio di denunciare. Spesso è compito degli operatori di Polizia saper riconoscere le situazioni più gravi e intervenire sostenendo ed aiutando la vittima.
Nei giorni scorsi una unità dell’ufficio Volanti della Questura di Frosinone, durante l’ordinaria attività di controllo del territorio notava una giovane donna con un bambino in braccio che chiedeva, con tutte le sue forze, aiuto nel mentre discuteva animatamente con un uomo. Immediatamente l’equipaggio interveniva cercando, con non poca fatica, di sedare gli animi e notando come la donna, con un infante di pochi mesi in braccio, presentasse uno stato di agitazione ed ansia tale da rendere necessario l’intervento del 118. Nell’immediatezza dei fatti gli operatori cercavano di ricostruire le ragioni sottese che avevanodeterminato l’accesa discussione, apprendendo che tutto era riconducibile a ragioni dei gelosia dell’uomo, il quale, già recidivo a tali condotte aggressive, era stato colpito, dal Tribunale di Frosinone, dalla misura cautelare del divieto di avvicinamento. Misura questa che veniva successivamente revocata pochi mesi fa. Sul posto e nelle ore successive, venivano esperiti approfonditi accertamenti sulla dinamica dei fatti, ascoltando alcuni astanti che avevano assistito alla scena edaccertando che l’uomo, preso da un impeto di violenza, aveva colpito alla testa a più riprese con schiaffi e pugni la povera malcapitata, nonostante avesse un bambino di pochi mesi in braccio che proteggeva con il proprio corpo dalla furia incontrollata dell’aggressore. La donna, trasportata con il bambino presso il locale nosocomio per le cure del caso, veniva sentita dal personale operante, che raccoglievatutte le dichiarazioni tali da ricostruire in modo cronologico le vessazioni, le violenze e i maltrattamenti che venivano perpetrati dall’uomo. Alla luce della gravità dei fatti, l’uomo veniva denunciato per maltrattamenti in famiglia.
Inoltre, sempre nei giorni scorsi presso l’Ufficio Denunce delle Volanti, si presentava una donna per una denuncia per maltrattamenti in famiglia. La stessa mostrava sin da subito evidenti segni a seguito di ripetute percosse al volto ed agli arti superiori, riferendo di essere stata vittima di una violenta aggressione da parte del compagno, avvenuta presso la propria attività commerciale sita a Frosinone. La donna provata dalle continue violenze, sia fisiche che psichiche, tali da segnarla nel corpo e nella mente, mostrava un’alterazione emotiva edevidenti ferite e pertanto risultava necessario e prioritario ricorrere alle cure mediche presso il locale Pronto Soccorso. Successivamente la donna sporgeva dettagliata denuncia nei confronti del compagno, facendo emergere una condotta dell’uomo oppressiva, violenta reiterata nel tempo, con svariati episodi di violenza fisica avvenuti, fra l’altro, in presenza dei familiari e della propria figlia di pochi mesi. La vittima riferiva che le continue vessazioni subite in questi anni, costituite da gravi e frequenti insulti, minacce, violenze fisiche e umiliazioni, che hanno offeso la dignità di donna e madre, hanno reso la vita della donna un vero e proprio calvario.
Gli operanti, con un approccio empatico cercavano di tranquillizzarla e di darle un supporto al fine di farle trovare la forza di superare questa situazione.
La donna precisava di non aver avuto mai la forza di denunciare e di non aver mai fatto ricorso alle cure mediche in passato per paura di ritorsioni da parte del compagno, il quale, essendo stato un ex detenuto per reati contro la persona, la minacciava di dare fuoco al suo negozio qualora avesse sporto denuncia. Grazie anche all’aiuto del padre ha trovato la forza di denunciare e mettere la parola fine ad un vita di sofferenza. L’uomo è stato denunciato per maltrattamenti in famiglia.