Con il NO dichiarato una decina di giorni fa all’impianto del Biodigestore, il Sindaco ha capovolto la sua posizione e quella della sua maggioranza inizialmente schierate a favore del Sì all’impianto, come infatti è avvenuto in occasione del rilascio della VIA (valutazione di impatto ambientale ) da parte della Regione Lazio.
Il nostro Coordinamento, anzitutto, ma ogni comitato o associazione, così come i cittadini preoccupati ma decisi a battersi affinché la sciagura di un Biodigestore sovradimensionato e collocato nel territorio meno indicato non si realizzi, non possono che essere soddisfatti della nuova scelta del Sindaco che, adesso, siamo sicuri, esprimerà parere negativo per renderla concreta, esercitando un contrasto effettivo, finalmente a legittima difesa della salute e degli interessi dell’intera comunità, prima che il procedimento si chiuda con l’ AIA (autorizzazione integrata ambientale).
Ma affinché i cittadini non valutino la scelta del NO un ripensamento solo temporaneo,devono conoscere gli atti che si intendono avviare al più presto e che sono conseguenti alla decisione assunta e prevedono, come è noto, la richiesta alla Regione della valutazione di impatto ambientale e sanitario.
Infatti nella prossima Conferenza per l’AIA sarà obbligatorio il parere sanitario del Sindaco e, SE NEGATIVO, l’iter passerà di al Consiglio dei Ministri.
L’aspetto sanitario e, contestualmente, quello della sicurezza sono emersi in tutta la loro urgenza ed emergenza con l’incendio sviluppatosi, lo scorso 17 ottobre, in località Selciatella, proprio nelle immediate vicinanze all’area dove dovrebbe sorgere il Biodigestore.
Il nostro Coordinamento Ambientale, nelle osservazioni presentate alla Regione, contro la realizzazione dell’impianto, ha sottolineato ripetutamente e con decisione, la pericolosità di tale localizzazione che dovrebbe essere all’attenzione delle industrie già presenti e operanti, alcune delle quali a rischio, nonché di quelle farmaceutiche in fase di espansione e sviluppo. In questa emergenza per una catastrofe incombente sul nostro territorio, si ripropone allora, ancora una volta e drammaticamente, tra le tante emergenze e inadeguatezze, l’assenza di un Presidio Sanitario funzionante per l’emergenza e l’urgenza. Adeguato alle necessità di un’area industriale come quella tra Anagni e Colleferro.