Il prossimo 5 e 6 novembre si svolgeranno presso la Sala della Ragione del Comune di Anagni la I e la II sessione dell’apertura dell’anno accademico 2021-2022 dell’Accademia Bonifaciana, con una sezione dedicata al conferimento del premio nazionale ed internazionale Bonifacio VIII alla sua XIX edizione, iniziata nello scorso luglio.
Tra gli insigniti figura la senatrice a vita Liliana Segre, che ricevendo giorni fa (decreto prot. 464/21 del 6 ottobre 2021), la comunicazione ufficiale da parte del Rettore Presidente dell’Accademia Bonifaciana Gr. Uff. Dott. Sante De Angelis e del Presidente del Comitato Scientifico S.E. mons. Enrico dal Covolo, ha accettato con piacere il Premio Internazionale Bonifacio VIII, con l’annesso titolo di Senatrice Accademica Onoraria ed ha risposto ufficialmente, con una bella lettera:
“Ringrazio il Rettore Sante De Angelis e il Presidente del Comitato Scientifico Mons. Enrico dal Covolo per l’onore riservatomi con il conferimento del Premio Internazionale Bonifacio VIII – Città di Anagni 2021. Purtroppo ragioni di età e di sicurezza mi impediscono di essere presente alla cerimonia in Anagni, auguro però il miglior successo ad una iniziativa dedicata alla “cultura della Pace”, condizione indispensabile per ogni prospettiva di progresso morale e civile. So che nell’occasione – scrive la senatrice – si compiranno anche i lavori connessi con l’anniversario dantesco e verrà inaugurato il nuovo anno accademico dell’Accademia Bonifaciana, una ragione in più per rinnovare il mio sentito ringraziamento ed augurare buon lavoro a tutti: agli studiosi e in particolare agli studenti, da nonna nei loro confronti: da loro ho ricevuto molto più di quanto abbia cercato di dare in questi 30 anni. Non c’è limite all’odio. Io l’ho visto. Non c’è limite neanche nell’indurre qualcuno ad odiare, per motivi vari, perché il momento è adatto, e questo fa veramente paura, proprio per i giovani che io frequento da oltre 30 anni a questa parte, e proprio per i giovani che faccio questa battaglia, perché i giovani sono straordinari, hanno dentro di loro una forza enorme: la forza della vita e la forza della scelta. Siamo noi – chiude la missiva – ad avere bisogno dei giovani in alcune fasi del tempo in cui viviamo, ma insegnare loro a non odiare e a fare una scelta ogni giorno con la loro coscienza; ed è a loro che mi rivolgo. È importante per tutti ma soprattutto per i giovani studenti, comprendere che salvare dall’oblio quei tanti che, a differenza di me, non sono tornati dai campi di sterminio, non significa soltanto onorare un debito storico verso quei nostri concittadini di allora, ma anche aiutare gli italiani di oggi a respingere la tentazione dell’indifferenza verso le ingiustizie e a non anestetizzare le coscienze”.
Il Comitato Scientifico dell’Accademia, ha stilato una motivazione per il conferimento del “Bonifacio VIII”, che integralmente riportiamo:
“Nata il 10 settembre 1930, in una famiglia di discendenza ebraica, visse col padre, Alberto Segre, e i nonni paterni, Giuseppe Segre (affetto dalla malattia di Parkinson) e Olga Loevvy. La madre, Lucia Foligno, morì quando Liliana non aveva neanche compiuto un anno. Di famiglia laica, Liliana ebbe la consapevolezza del suo essere ebreaattraverso il dramma delle leggi razzialidel 1938, in seguito alle quali venne espulsa dalla scuola che frequentava. È la più nota testimone italiana della Shoah, nominata senatrice a vita il 19 gennaio 2018 dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella «per avere illustrato la Patria con altissimi meriti nel campo sociale», dal 15 aprile 2021 è presidente della Commissione straordinaria per il contrasto dei fenomeni diintolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio e alla violenza.Dopo l’intensificazione della persecuzione degli ebrei italiani, suo padre la nascose presso degli amici, utilizzando documenti falsi. Il 10 dicembre 1943 provò, assieme al padre e due cugini, a fuggire a Lugano, in Svizzera: i quattro furono però respinti dalle autorità del paese elvetico. Il giorno dopo, Liliana Segre venne arrestata a Selvetta di Viggiù, in provincia di Varese, all’età di tredici anni. Dopo sei giorni in carcere a Varese, fu trasferita a Como e poi a San Vittore a Milano, dove fu detenuta per quaranta giorni.Il 30 gennaio 1944 vennedeportata dal binario 21 della stazione di MilanoCentrale al campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau, che raggiunse dopo sette giorni di viaggio. Venne subito separata dal padre, che non rivide mai più e che poi morì il 27 aprile 1944. Il 18 maggio 1944 anche i suoi nonni paterni furono arrestati a Inverigo (provincia di Como); dopo qualche settimana anche loro vennerodeportati ad Auschwitz e uccisi nelle camere a gas il giorno dell’arrivo, il 30 giugno 1944.Alla selezione, Liliana ricevetteil numero di matricola 75190, che le venne tatuato sull’avambraccio. Fu messa per circa un anno ai lavori forzati presso la fabbrica di munizioni Union, che apparteneva alla Siemens. Durante la sua prigionia subì altre tre selezioni, in una delle quali perse un’amica che aveva incontrato nel campo. Alla fine di gennaio del 1945, dopo l’evacuazione del campo,affrontò la marcia della morte verso la Germania. Venne liberata il 1º maggio 1945 dal campo di Malchow, un sottocampo del campo di concentramento di Ravensbrück che fu liberato dall’Armata Rossa. Dei 776 bambini italiani di età inferiore ai 14 anni che furono deportati ad Auschwitz,Liliana fu tra i 25 sopravvissuti. Al rientro nell’Italia liberata, visse inizialmente con gli zii e poi con i nonni materni, di origini marchigiane, unici superstiti della sua famiglia”.
“Ringrazio la senatrice a vita Liliana Segre – ha detto il Rettore Presidente Sante De Angelis – per aver accettato il Premio Bonifacio VIII nella sua XIX edizione con l’annesso nostro titolo accademico e soprattutto per suggestivo e sentito messaggio che ha inteso inviarci e riservarci per questa sessione del conferimento in concomitanza dell’inaugurazione del nuovo anno accademico. Come da indicazioni della sua segreteria, porteremo l’attestato e la scultura del premio Bonifacio VIII, prossimamente al Senato della Repubblica, con una piccola delegazione”.