Solo pochi giorni fa aveva fatto parlare di sé per non aver fatto mancare il suo sostegno alla candidatura a presidente della Repubblica Italiana di Silvio Berlusconi, addirittura definendolo “l’uomo dei miracoli”, oggi la notizia della sua condanna a nove mesi – con pena sospesa – per appropriazione indebita per fatti risalenti a otto anni fa.
Renata Polverini, già presidente della giunta regionale del Lazio all’epoca dello scandalo che travolse il consigliere regionale ed ex sindaco di Anagni Franco Fiorito, secondo quanto si legge nella sentenza resa esecutiva dal Tribunale di Roma, avrebbe utilizzato per acquisti di carattere personale una carta prepagata che veniva ricaricata mensilmente con 2000 euro da un conto del sindacato UGL.
Spese pazze anche a New York e Parigi
22mila euro: questo l’importo che, secondo il Giudice, sarebbe stato speso tra il 2013 e il 2014 in pranzi e cene, in un negozio di lusso in via Condotti a Roma, in un nail-bar per la manicure, per lingerie acquistata in un negozio di Victoria’s Secret a New York.
L’ex Governatrice del Lazio ora dovrà anche risarcire per 25 mila euro la Confederazione Nazionale UGL e per 5 mila euro la Confintesa Fp, presentatisi come parti civili.
La seconda carta assegnata a Stefano Cetica
Nel mirino della Procura erano finiti anche altri 3000 euro mensili versati, anche questi con cadenza mensile, su una seconda carta assegnata a Stefano Cetica, ex dirigente UGL che – però – a differenza della deputata forzista, è stato assolto per insufficienza di prove, pur a fronte – si legge nella sentenza – di una gestione “allegra” in quanto l’incarico che il manager ricopriva per il giudice è bastato a giustificare il rimborso spese e i prelievi in contanti.
La difesa: “qualcun altro ha utilizzato la carta”
In aula Renata Polverini ha escluso di aver utilizzato la carta spiegando che è possibile che qualcuno l’avesse fatto mentre era in sua compagnia “in qualche negozio”.
“La carta – aveva aggiunto la Polverini – non era nella mia disponibilità. Mi risulta che fosse nella sede dell’UGL in via delle Botteghe Oscure e pertanto a disposizione di Cetica, come responsabile della struttura”. Parole confermate dallo stesso Cetica ma ritenute “bizzarre” dal giudice.
L’avvocato difensore di Renata Polverini annuncia di aver già preparato un ricorso in appello di oltre 50 pagine “evidenziando le prove che non sono state correttamente valutate dal giudice di primo grado”.