Se – in tempi particolarmente difficili e pieni di preoccupazione come quelli che stiamo vivendo – la domanda che ci risuona nella testa è quale libro leggere per provare – almeno per qualche ora – ad immergerci in una narrazione in grado di coinvolgerci emotivamente ed intensamente, “L’insostenibile pesantezza delle chiacchiere” scritto da Claudia Maniccia e pubblicato da Manni Editore è certamente una valida risposta.
Il motivo è presto detto: seppur con diversi spunti di riflessione, molti dei quali anche molto profondi, il volume – dal titolo particolarmente evocativo che ricorda quello del famoso romanzo di Milan Kundera – è davvero piacevole da leggere perché lascia una speciale sensazione di leggerezza e di benessere nell’anima.
L’autrice
Claudia, di origini sgurgolane ma nata e residente nella Capitale, ha sempre avuto passione per la lettura e la scrittura “alla quale – dice – ho deciso di dedicarmi con professionalità“: dopo aver conseguito la maturità scientifica si è laureata in Giurisprudenza all’Università “La Sapienza” con una tesi in “Scienze delle finanze e diritto finanziario”.
Sposata e mamma di una ragazza di quindici anni, Claudia – lo si evince dal suo libro – può certamente fare affidamento su una notevole sensibilità e su uno spiccato spirito critico, in quanto è stata capace di raccontare attraverso la descrizione caricaturale di certi comportamenti il tema della chiacchiera, inteso – dice lei – “come strumento comunicativo portatore di diversi significati”.
“La chiacchiera – spiega Claudia – può essere intesa infatti come conversazione futile, come diceria o maldicenza. Tutti questi contenuti semantici raccolgono in sé un’attività quotidiana dell’essere umano, tipica della sua comunicazione ed espressione. Nell’opera, attraverso una scrittura ironica, viene presentata un’analisi pratica dell’argomento che si avvale degli studi e delle conoscenze relative a discipline anche molto diverse tra loro e che riguardano la semiotica, la psicologia, l’informatica, la storia e la politica”.
Claudia scrive davvero molto bene e nel leggere il suo libro si ha quasi la sensazione che – per quanto possa sembrare bizzarro – esistono buone probabilità che il pettegolezzo sia stato, almeno agli inizi dello sviluppo delle capacità cognitive, il motore dell’intelligenza umana: la lagna delle continue domande, dei perché, la meraviglia, la curiosità di sapere e, appunto, le chiacchiere sono caratteristiche della filosofia del pettegolezzo.
Nell’esaminare il contenuto della comunicazione tra persone, Claudia ha scoperto che oggi risulta quasi di vitale importanza intrattenere conversazioni che hanno per oggetto informazioni riguardanti persone che non sono presenti: questo, infatti, ci dà la possibilità di “mettere in guardia” il nostro interlocutore sui comportamenti da adottare in caso di incontri con persone fino ad allora sconosciute o su come gestire situazioni nuove prima che queste si presentino.
“Quotidianamente – spiega Claudia – ci si scontra con quanto raccontato e di cui si trascurano le conseguenze perché argomento troppo scadente per una riflessione o un’indagine. Tuttavia la chiacchiera, nelle sue sfaccettature, esprime una potenzialità comunicativa forte, non priva di conseguenze importanti nella società e nei rapporti interpersonali. Questo saggio – conclude l’autrice – intende presentare una disamina delle sue forme e delle sue potenzialità ed elevarla ad argomento di analisi umanistica“.
Il libro, adatto a chiunque, davvero piacevole da leggere, può essere acquistato direttamente sul sito dell’editore, a questo link.