Si torna a discutere di Sanità e servizi sanitari ad Anagni, in vista della importante seduta di consiglio comunale prevista per il prossimo giovedì al palazzo comunale; oggi – martedì 15 marzo 2022 – si è infatti tenuta la riunione della commissione consiliare Sanità presieduta da Luigi Pietrucci.
La maggioranza, per bocca del sindaco avv. Daniele Natalia, ha rivendicato l’ottenimento dell’ospedale di comunità, ribadendo però che si tratti “solo un punto di partenza e non sicuramente una soluzione definitiva ai problemi sanitari dell’area nord della provincia di Frosinone”.
Alla discussione ha preso parte anche il sindaco di Sgurgola prof. Antonio Corsiil quale si è detto sostanzialmente d’accordo con quanto asserito dal collega Natalia; ed è proprio al sindaco di Anagni che il consigliere delegato fiuggino Nicola Della Morte ha riconosciuto un efficace impegno nel cercare di risollevare le sorti della sanità anagnina e del comprensorio tutto.
Particolarmente apprezzato l’intervento del consigliere dottor Antonio Necci, medico, il quale – rispondendo ai consiglieri di minoranza Valeriano Tasca e Nello Di Giulio che affermavano che molti servizi erogati dall’ospedale di comunità già esistono – ha affermato che determinate prestazioni sono oggi erogate solo sulla carta, auspicando che con il prossimo investimento della Regione Lazio e della Asl sulla struttura permettano di erogare molti servizi oggi solo “virtuali”.
Tutti, infine, hanno ribadito la necessità di una revisione sistemica della sanità provinciale, ad oggi ancora troppo romano-centrica, constatando che occorre per questo un maggiore impegno degli eletti in Regione e in parlamento di questo territorio.
La riunione di oggi è stata peraltro ampiamente accompagnata da una evidente nota polemica avanzata dai membri medici cooptati in qualità di esperti che, come spiegato in una nota inviata a questa redazione, non sono stati invitati a prendere parte alla discussione: “evidentemente il sindaco ed i membri della commissione sono talmente esperti in questioni sanitarie che non ritengono utile e per contro certamente altamente scomodo l’eventuale contributo, di pratica, concreta verità di chi sa come stanno veramente le cose ed ha idee ben chiare sulla sanità locale“.