Sacchi di rifiuti domestici, bottiglie di plastica, un materasso e persino un divano: l’ignobile pratica dell’abbandono indiscriminato dei rifiuti sul territorio comunale arriva a toccare vicinale della Riserva III Tronco, periferia sud della città, dove da qualche giorno è segnalata la presenza di una discarica abusiva di rifiuti a cielo aperto.
Un fenomeno non nuovo – quello di gettare rifiuti di ogni genere anziché smaltirli correttamente come previsto dalla normativa comunale – ma che negli ultimi tempi sembra in preoccupante espansione.
La discarica in questione, distante allo stesso modo dalla via Casilina e da via Bassano, si trova a bordo strada ed è già stata oggetto di un sopralluogo da parte della Polizia Locale di Anagni.
Sono stati gli stessi agenti agli ordini del dott. Giuseppe Nunziata, nei giorni scorsi, ad individuare e a sanzionare duramente tre persone ritenute responsabili di abbandono di rifiuti sul territorio comunale, come dettagliatamente riportato in questo articolo.
“Qualora non si provveda in tempi ragionevoli a rimuovere i rifiuti depositati in questo luogo c’è il rischio che anche qualcun altro possa depositare i suoi, legittimato dalla presenza di tanti altri rifiuti, con il rischio serio dell’aggravamento del danno ambientale e paesaggistico”, spiegano i residenti della via ad anagnia.com.
Il rischio – in effetti – c’è assieme a quello, per niente auspicabile, che le periferie diventino un biglietto da visita della città decisamente sgradevole, considerato che la viabilità lenta è in forte crescita in Italia e offre anche ad Anagni l’opportunità di sviluppare un turismo ecosostenibile che certamente potrà contribuire a rilanciare l’economia della città.
E se da una parte è compito precipuo dell’amministrazione comunale quello di affrontare seriamente il preoccupante fenomeno e di cercare una soluzione efficace affinché vengano scoraggiati tali comportamenti ed evitata la formazione di altre discariche abusive, dall’altra va ricordato che chi si libera dai rifiuti in questo modo è un povero ignorante che non sa che gli costerà molto di più smaltirli in quel modo invece che conferirli correttamente come previsto dalla normativa, per quanto – in ogni caso – la definizione di “ignorante” appare riduttiva, quella incivile ormai logora e non pienamente calzante, mentre sarebbe più idonea (senza rischiare di cadere nella volgarità) sarebbe quella di povero idiota, che rende meglio l’idea della bassezza culturale e sociale di un individuo che si rende autore di tali scempi.