Mauro Piscitelli, Catalent ha annunciato che gli investimenti dei bioreattori li farà in Inghilterra. Come Segretario UILTEC come hai accolto questa notizia?
Non riesco ad elaborare un lutto per una nascita non avvenuta.
Tornerò su questo annuncio più avanti nell’intervista, prima vorrei analizzare la fondamentale questione del SIN della Valle del Sacco che sembra sia alla base della decisione di Catalent.
Entriamo nello specifico
La riperimetrazione del 2016 è stata riconosciuta esagerata, troppo estesa rispetto a quanto terreno sarebbe stato giusto considerare all’interno dello stesso SIN. Abbiamo considerato l’errore dal 2019 e oggi, nel 2022, questo aspetto è ormai da tutti condiviso. C’è necessità di rimappare tutto il Sito, anche perché, con il passare degli anni, i terreni, l’acqua, l’aria, hanno subito le loro trasformazioni trovando un proprio equilibrio.
Insieme a Unindustria abbiamo poi posto il problema delle autorizzazioni AUA e AIA, e denunciato il blocco di tutto il sistema autorizzativo che ha messo in seria difficoltà le imprese del territorio. Non riuscivano a mettere a posto i propri documenti e, di conseguenza, a dare seguito a nuovi investimenti.
Abbiamo chiesto alla politica di intervenire su questo aspetto importante e pericoloso per il futuro lavorativo di molte persone.
A distanza di anni tutto è rimasto fermo e la scelta di Catalent si spiega proprio così: si tratta di una delle 10 Big Pharma più importanti a livello mondiale che ha, come caratteristica principale, la velocità sia nell’azione produttiva che nella risposta alle richieste dei pazienti. Lo testimoniano i risultati e lo sanno i dipendenti che ci lavorano.
Sorprende la decisione di Catalent?
Non ci sorprende questa loro decisione di abbandonare il progetto ma noi rimaniamo fiduciosi.
Dopo due anni di non risposte sono stati messi nella condizione di dover spostare l’investimento in Inghilterra. Noi confidiamo che Catalent mantenga le promesse fatte ma, per indurre l’Industria a tornare sui propri passi e uscire da queste sabbie mobili, occorre che siano le Istituzioni, il Governo o il Ministero, emettano un decreto ad hoc che guardi all’interesse generale tenendo conto degli interessi in campo in modo olistico.
Oltre alla questione dell’interesse ambientale è da tener conto anche dell’interesse generale di tutte le aziende che producono e fanno profitto, dei seimila lavoratori che vivono del lavoro, del generale interesse di milioni di pazienti che si curano con i farmaci prodotti nella nostra valle, dell’erario visto che queste attività realizzano quasi cinque miliardi di fatturato e del generale interesse delle attuali e future generazioni a poter avere un lavoro di qualità e ben retribuito.
L’approccio olistico è il miglior modo per prendere le decisioni, in special modo quando riguarda intere comunità; al contrario, quello riduzionistico, può portare a danni difficilmente rimediabili.
Segretario, nota un cambiamento di partecipazione sulla questione?
Quando abbiamo parlato di bioreattori non ci è sembrata di aver avuto tanta attenzione da parte della politica e dell’opinione pubblica, la notizia non ha avuto un grande rilievo.
Oggi ci fa piacere che su questo tema ci sia tutta questa attenzione che speriamo porti a qualcosa di concreto e realizzi l’obiettivo, andando dunque oltre le sterili polemiche.