Si intrufola in un’area riservata, riuscendo a cogliere l’attimo in cui un dipendente si apprestava ad uscire, e, una volta all’interno, dà in escandescenze contro tutto e tutti alzando la voce e prendendosela anche con chi cercava di farlo ragionare: è quanto accaduto alcuni giorni fa nell’ufficio postale di Anagni dove un uomo, in barba pure alla normativa di contenimento dell’emergenza sanitaria, se l’è poi presa con una giovane dipendente, in servizio da poco tempo, urlandole contro parole irripetibili.
A scatenare la scenata, secondo quanto riferiscono alcuni testimoni, sarebbe stato un presunto disservizio da parte degli operatori.
All’ennesimo tentativo andato a vuoto di far ragionare l’uomo, i dipendenti – anche per motivi di sicurezza interna – gli hanno consigliato di rivolgersi, a questo punto, ai Carabinieri o, in caso, alla direzione di zona che si trova a Tecchiena di Alatri ma è stato vano: egli ha preferito continuare ad inveire contro la ragazza e gli altri impiegati.
Al di là dei disagi, tutti da verificare, in cui è incappato l’uomo a causa dei disservizi, assolutamente grave ed incosciente è stato il suo comportamento che ha messo in pericolo sia la sua che l’altrui incolumità: parlano chiaro, infatti, le norme che regolano l’accesso ai servizi di Poste Italiane ai soli muniti di certificato verde sono in vigore dall’inizio del mese di febbraio e pertanto devono essere rispettate. Inoltre, accedere con veemenza in cui non è consentito l’accesso al pubblico per urlare, offendere e insultare una giovane dipendente che poco o nulla c’entrava con quanto accaduto è un fatto grave che va condannato senza “se“ e senza “ma“.