Tante le aziende presenti all’incontro a dimostrazione che malgrado le difficoltà, il tessuto imprenditoriale è resiliente ed ha voglia di investire. Purtroppo, però, senza certezze sui tempi del rilascio delle autorizzazioni, sono a rischio non solo i progetti delle singole imprese, ma anche quelli previsti dal PNRR che contemplano tempi di chiusura e di rendicontazione certi.
Si è convenuto che sulla semplificazione burocratica relativa al S.I.N., è necessario focalizzare l’attenzione su tre elementi: l’evidenza scientifica, ovvero la determinazione dei valori di fondo rispetto ai limiti evidenziati dalla perimetrazione; l’interlocuzione con l’ente responsabile del procedimento al fine di avere un aggiornamento continuo sullo stato di avanzamento della richiesta di autorizzazione; il tempo come elemento di misurazione della performance, garanzia di certezza, uguale per ogni intervento a prescindere dall’area sul quale si intende realizzarlo. Lo scopo dell’incontro, dunque, è stato quello di individuare i cortocircuiti dell’iter autorizzativo, con l’auspicio di arrivare ad una sintesi incentrata su punti cruciali, al fine di ipotizzare proposte di riforma condivise.
Il sindaco di Anagni Daniele Natalia ha portato la sua esperienza in merito: “all’incontro promosso da Federlazio sono emerse proposte ed iniziative utili sul tema dello sviluppo economico, degli investimenti e della difesa dell’ambiente nel nostro territorio in relazione al problema del S.I.N.
Appare evidente che così com’è stato pensato, normato, gestito ed attuato, il S.I.N. Valle del Sacco è una assurdità. Gli investimenti persi per la farraginosità burocratica e per vecchi dati ambientali, sono la dimostrazione che va urgentemente rivisto. Tutti i soggetti attivi del territorio, Enti Locali, Associazioni di Categoria, Associazioni Professionali, imprese, cittadini, devono battersi per chiedere a gran voce la revisione/riperimetrazione del S.I.N. secondo le proposte emerse”.
La geologa Antonella Forli si è cimentata sugli aspetti tecnici “ ho illustrato il concetto e la definizione dei valori di fondo in riferimento al significato geochimico, spiegando per punti il complesso approccio procedurale in caso di caratterizzazione dei terreni e delle acque di falda nell’area del S.I.N., in attesa di una cartografia o di uno studio univoco alla scala regionale, che possa supportare gli operatori, i tecnici e i professionisti nella corretta attribuzione dei valori di fondo delle matrici ambientali da investigare.Un focus è stato rivolto al quadro tecnico e normativo, alle linee guida e alle procedure ufficiali, illustrando anche le intervenute modifiche e le possibili evoluzioni nell’ ottica di un auspicato snellimento procedurale”.
“È necessario fare rete tra le categorie professionali” – è quanto ha dichiarato l’ing. Mauro Annarelli che aggiunge – “è fondamentale che si arrivi ad un approccio procedurale degli iter autorizzativi, univoco, unitamente ad una continua formazione degli istruttori in ambito attuativo. Solo così dentro o fuori del S.I.N. ci sarà la possibilità di cambiamento, e scongiurando la perdita di occasioni di sviluppo e crescita del nostro territorio”.
“Vogliamo ribadire – ha sottolineato il Presidente Federlazio Nino Polito – che è nostro interesse sostenere e garantire la tutela dell’ambiente e la salute umana con ogni mezzo, perché sono irrinunciabili. Altresì puntare l’attenzione alle incertezze sulle possibilità di investimento e rilancio dei siti all’interno del S.I.N. Perché a perderci dalla situazione attuale non sono solo le imprese, ma anche l’intero sistema economico”.