Più che un incendio, un vero e proprio disastro. Sotto ogni punto di vista. Ambientale, prima di tutto. Quanto accaduto nel pomeriggio di oggi, a partire dalle 17.00 circa, non può essere definito in altro modo. Ad andare a fuoco è stata un’area verde vasta circa tre ettari compresa all’interno della ex deposito militare oggi di proprietà del Comune di Anagni che ancora ne sta pagando il mutuo.
Tra tanto fumo, quella che potrebbe diventare presto una certezza: l’incendio avrebbe avuto origini dolose. A dimostrarlo, il fatto – confermato pure dalle Forze dell’Ordine – che i punti di innesco sarebbero stati diversi, almeno tre, distanti tra loro qualche centinaio di metri.
Per domare le fiamme, Vigili del Fuoco e volontari della Protezione Civile hanno dovuto faticare non poco, addentrandosi – ove possibile – con i propri mezzi tra la fittissima vegetazione. In considerazione dell’assoluta gravità di quanto stava accadendo, ad un certo punto del pomeriggio si è deciso di richiedere l’intervento di uno o più Canadair ma, data l’indisponibilità dei mezzi aerei impegnati in quel momento in altre missioni, si è proseguito con i mezzi già a disposizione.
Un lavoro ininterrotto ed estenuante anche per i Carabinieri della Stazione di Anagni agli ordini del mar. Massimo Crescenzi e degli uomini della Polizia Locale di Anagni coordinati dal dott. Giuseppe Nunziata ai quali è toccato il compito di interdire al traffico alcune vie limitrofe e di essere di supporto, ove possibile, ai Vigili del Fuoco e ai volontari impegnati nelle operazioni di spegnimento.
Un disastro ambientale, dicevamo: ad andare distrutta un’area pari a circa quattro campi di calcio. Centinaia, se non migliaia, di animali sono morti carbonizzati; tra questi uccelli e nidiacei; volpi, che in questo periodo dell’anno mettono al mondo i loro piccoli; istrici; tassi; rettili (da quelle parti sono ben diffusi biacchi, saettoni e natrici).
E, ancora, a causa dell’incendio di oggi hanno preso fuoco anche diverse discariche abusive createsi negli scorsi mesi per mano dei soliti, vili incivili. Una di queste è quella che abbiamo fotografato alcuni giorni fa; ora la discarica non c’è più e al suo posto è rimasto un odore acre di diossina misto a fumo. Un danno incalcolabile, al quale va aggiunta la perdita dell’acqua – ancorché, oggi, risorsa preziosissima – usata per domare l’incendio appiccato da qualche criminale senza nessun amor proprio e nessun amore per il luogo in cui anch’egli vive.