Come abbiamo riferito nel comunicato stampa del 10 dicembre scorso le associazioni Anagni Viva, Comitato Residenti Colleferro e Retuvasa si sono opposte, ricorrendo al TAR del Lazio, alla autorizzazione regionale VIA del 2019 di un processo definito come “recupero delle ceneri“ proposto dalla società Saxa Gres.
Come si ricorderà si tratta di produzione di gres porcellanato con materiale composto da rifiuti pericolosi, come le ceneri dei termovalorizzatori.
Il TAR ha respinto tale ricorso e le associazioni, tramite il loro legale avv. Vittorina Teofilatto, hanno impugnato la sentenza, chiedendone la sospensione al Consiglio di Stato.
Si è ritenuto di continuare in questa ferma opposizione all’autorizzazione regionale in quanto rilasciata nonostante a livello nazionale ed europeo, il recupero di tali rifiuti, non sia regolamentato e nonostante la sperimentazione avesse riguardato solo pochi prodotti e non consentisse di concludere per l’innocuità di una produzione di massa di tali prodotti, sulla base del progetto presentato dalla Saxa Gres.
Si è cercato quindi con questo primo ricorso di ottenere una valutazione nel merito, ma il TAR ha ritenuto di non accoglierlo in quanto non fu impugnata anche l’autorizzazione, circostanza che ha fatto ritenere al Tar che anche una pronuncia di annullamento della VIA sarebbe stata inutile essendo l’autorizzazione, secondo il Tar, inoppugnabile e non modificabile. Tale assunto del Tar però non ha convinto le associazioni ricorrenti in quanto giudicato non suffragato dalla normativa e dalla giurisprudenza della Corte di Giustizia Europea. Le associazioni quindi hanno impugnato la sentenza del TAR chiedendone la sospensione. Il Consiglio di Stato però non ha accolto il ricorso nella sede cautelare.
Il merito dell’appello verrà, se del caso, discusso tra vari anni. Nel frattempo ed in attesa che verrà esaminato l’argomento in tutti i suoi aspetti, sia legali che scientifici, ma soprattutto con riguardo agli effetti sulla salute dei cittadini, preoccupa che una produzione con rifiuti pericolosi di materiali, che possono essere messi in opera in aree pubbliche, o fare ingresso nelle nostre case, possa proseguire senza che sia stata verificata la legittimità di un provvedimento che ne ha sancito la compatibilità ambientale. Che impatto avrà tale produzione nel frattempo sulla salute dei lavoratori e dei consumatori?
Sarebbe opportuno, ora più che mai, un intervento del legislatore!
Riteniamo che l’unica conclusione possibile sia un appello alle autorità politiche a legiferare con urgenza su questa materia rimasta indeterminata. Da questo si vedrà la effettiva sensibilità che hanno i partiti e movimenti attualmente al governo nei confronti dell’ambiente inteso, non come vuoto richiamo ad un tema da rotocalco, ma come effettivo presidio alla difesa quotidiana della salute dei cittadini.
Per quanto ci riguarda continueremo a praticare le vie legali che ci sono consentite e nella nostra opera di controinformazione. Per il resto, soprattutto per quello che riguarda gli esiti di produzioni che hanno a che fare con materiali pericolosi e di cui non sussiste una certezza scientifica, chi è interessato tra il popolo inquinato può sempre andare a vedere alla voce amianto.
nota stampa a cura del coordinamento Ambiente di Anagni e Colleferro composto dalle associazioni Anagni Viva, Comitato Residenti Colleferro, Diritto alla Salute, Re.Tu.Va.Sa.
LE ASSOCIAZIONI:
Le associazioni Anagni Viva, fondata nel 1998 e Diritto alla Salute(DAS), fondata nel 2004, si occupano di sanità, ambiente, patrimonio storico-artistico, scuola pubblica e decoro cittadino.
Attualmente sono impegnate, insieme alle associazioni Retuvasa e Comitato dei residenti di Colleferro, in complesse e costose vertenze legali contro le autorizzazioni concesse dalla Regione Lazio alle lavorazioni di rifiuti che si vogliono sviluppare nel territorio di Anagni, quali il Biodigestore e la produzione di Gres porcellanato con l’utilizzo di scorie provenienti dall’inceneritore di San Vittore. Gravando di un ulteriore carico inquinante il nostro territorio.
Sostenere le attività e contribuire alle spese delle Associazioni Anagni Viva e Diritto alla Salute è semplice:
Si può farlo versando un’offerta in denaro sull’IBAN n. IT 96 X08 344 7429000000 184 8050 intestato all’Associazione “ Anagni Viva ” presso
BancAnagni, con causale NO al Biodigestore;
oppure destinando il 5xmille della propria imposta sul reddito delle persone fisiche (Irpef) all’atto della compilazione della dichiarazione dei redditi alla Associazione di volontariato DIRITTO ALLA SALUTE, firmando l’apposito riquadro che figura sui modelli di dichiarazione e scrivendo il codice fiscale dell’Associazione DIRITTO ALLA SALUTE che è: 92034880606.
Si può anche contribuire direttamente con una somma in denaro contante che verrà presa in consegna da un nostro incaricato che provvederà a rilasciare una regolare ricevuta.
Per ulteriori informazioni telefonare al n.3930723990.