Di seguito riportiamo integralmente e senza modifiche la nota inviata a questa redazione dai membri del consiglio direttivo Fabrizio Savone, Augusto Terilli, Maurizio Mucaria, Annarita Pontecorvo e Peppino Scandorcia
Con riferimento all’episodio occorso in data 4 agosto scorso relativo all’intervento del 112 presso l’ufficio Pro Loco di Anagni, riportato in maniera inesatta ed incompleta sull’edizione cartacea di un noto quotidiano, i sottoscritti consiglieri del direttivo presenti tengono a precisare quanto segue:
l’intervento dei militari è stato richiesto dal personale volontario in servizio in quel momento dopo che l’ex presidente della Pro Loco sig. Franco Stazi si era presentato nell’ufficio della Pro Loco di Anagni assieme al suo legale, con l’insistente pretesa di acquisire – senza averne facoltà – i resoconti del verbale dell’ultima seduta del consiglio direttivo. Al cortese diniego del personale in servizio – motivato da quanto stabilito sia nello Statuto dell’UNPLI sia anche dalla seduta dello stesso consiglio direttivo nel verbale n. 5 recante la data del 20 luglio 2021 in cui si spiega che gli atti interni della Pro Loco non possono essere divulgati se non previa opportuna e preventiva richiesta di accesso agli atti – il sig. Franco Stazi, di fatto senza tenere conto del diniego ricevuto poco prima, prese le chiavi dell’armadio dove sono custoditi i documenti contabili ed amministrativi dell’associazione, ha afferrato tali documenti e li ha fotografati.
Preso atto della grave violazione e in regime di autotutela, il personale della Pro Loco ha richiesto l’intervento dei Carabinieri; questi, giunti sul posto dopo pochi minuti, dopo aver identificato tutti i presenti ed averne ascoltato le testimonianze, hanno redatto un dettagliato verbale.
Il gesto compiuto lo scorso giovedì 4 agosto dall’ex presidente Franco Stazi risulta essere una reiterazione della grave violazione già posta in essere in altre occasioni quando lo stesso Stazi, motu proprio e in barba ai regolamenti UNPLI e interno sopra citati, consegnava documenti che si trovavano all’interno della sede Proloco: un atto gravissimo che, unito ad altre motivazioni elencate nella mozione di revoca dall’incarico, in osservanza dell’art. 8.4 dello statuto, firmata dai sottoscritti, ha determinato il venir meno della fiducia della maggioranza dei consiglieri (cinque su nove) facenti parte del consiglio direttivo.