A chiederlo a gran voce al sindaco di Anagni avv. Daniele Natalia non sono solo associazioni, movimenti e comitati pro-ambiente ma anche – e soprattutto – tanti cittadini, anagnini e non: contro il rilascio dell’Autorizzazione Integrata Ambientale al progetto presentato da Energia Anagni di realizzazione di un impianto di biodigestione di rifiuti nella zona industriale di Anagni si adottino adeguate azioni di tutela anticipata in applicazione del “principio di precauzione” ambientale.
Secondo le associazioni, infatti, nel rilasciare l’AIA al progetto di Energia Anagni, si è tenuto conto solo degli aspetti economici e non di quelli afferenti il principio di precauzione e prevenzione per la salute pubblica. Tale principio viene definito come una strategia di gestione del rischio nei casi in cui si evidenzino indicazioni di effetti negativi sull’ambiente o sulla salute degli esseri umani, degli animali e delle piante, ma i dati disponibili non consentano una valutazione completa del rischio.
Il principio di precauzione nell’ordinamento giuridico italiano
Nell’ordinamento interno il principio di precauzione esplica la sua funzione in virtù del richiamo ai principi generali dell’ordinamento comunitario, operato dall’art. 1 comma 1 della legge 241/1990.
Inoltre, esso ha trovato espressione in diverse disposizioni normative (come il Codice del Consumo, il Codice dell’Ambiente, ecc). Con riguardo alla copertura costituzionale, poiché il principio si è sviluppato nell’ambito della tutela dell’ambiente e del diritto alla salute, si ritiene che esso trovi la propria legittimazione negli artt. 9 e 32 della Costituzione.
Sul punto la stessa Corte Costituzionale ha evidenziato la stretta connessione tra l’art. 9 e l’art. 32 della Costituzione atteso che tra l’ambiente e la salute sussiste un rapporto di complementarietà nel senso che la salubrità ambientale può garantire l’integrità fisica e la vita degli individui.
Il principio di precauzione è collegato anche ai diritti delle generazioni future e alla cosiddetta responsabilità intergenerazionale , intesa come una forma di tutela giuridica azionabile dalla generazione vivente in favore delle generazioni future al fine di attivare politiche precauzionali per la tutela dell’ambiente e della salute a fronte dei rischi legati ai cambiamenti climatici.
Pertanto, si ritiene che il principio di precauzione trovi ulteriore legittimazione costituzionale nell’art. 2 della Costituzione che, oltre a riconoscere i diritti inviolabili dell’uomo, impone l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale tra cui rientra quello di adottare misure di lungo periodo idonee a garantire i diritti delle generazioni future (fonte: diritto.it).