Di seguito pubblichiamo integralmente e senza modifiche la nota inviata a questa redazione dal Coordinamento ambiente di Anagni e Colleferro:
Martedì 9 agosto si è svolta la quarta Conferenza di servizi (CDS), aggiornamento della precedente dell’ 11 luglio per il rilascio dell’ AIA ( Autorizzazione Integrata Ambientale ) all’ impianto di un Biodigestore in località Selciatella di Anagni.
L’ Autorità Competente Regione Lazio per l’A.I.A. ha ritenuto di poter concludere la Conferenza a favore della richiesta della Società proponente ENERGIA ANAGNI srl, nonostante i dubbi e i pareri negativi degli enti, dei Comitati e delle Associazioni.
Sarà emessa a breve la determinazione di chiusura nella quale verranno richieste le integrazioni documentali finalizzate all’ emissione del provvedimento, così come richiesto dai pareri pervenuti e dalle valutazioni dell’ autorità competente, ( con particolare riferimento al parere di Arpa Lazio), come riportato a pag. 11 del verbale della Conferenza.
In nessuna considerazione è stata presa la ricca e argomentata documentazione prodotta nel corso di ben 5 anni dal nostro Coordinamento Ambientale di Anagni e Colleferro e da altri Enti per contrastare il progetto dell’impianto. Documentazione dove sono stati puntualmente riportati tutti i problemi serissimi che gravano sul territorio SIN della Valle del Sacco e che peseranno sulla responsabilità delle decisioni assunte con il consenso esplicito della Regione Lazio! Documentazione in opposizione all’autorizzazione al Biodigestore, portata fino all’ultima seduta della Conferenza di Servizi del 9 agosto scorso, che ha evidenziato ulteriori impedimenti alla emissione di un parere favorevole all’impianto:
- Superamento dei termini fissati per la chiusura della CdS, difetto istruttorio peraltro insanabile;
- Come la stessa Arpa Lazio ha attestato in altra CdS del 14.12.21 che un biodigestore, in quanto fruitore di incentivi pubblici, rientra tra gli impianti che, come quelli strettamente legati al PNRR, deve essere sottoposto alle verifiche dei sei pilastri cardine previsti dalla tassonomia DNS (Non arrecare danni significativi all’ambiente) per non creare nocumento ad Ambiente e Salute pubblica.
- mancato parere motivato della ASL. La suddetta carenza di pareri, trattandosi di salute pubblica e ambiente, non può di diritto essere interpretata come silenzio assenso, ma solo come CARENZA DI ISTRUTTORIA.
- il progetto contrasta con la recente Legge costituzionale 11
febbraio 2022, n. 1, che ha introdotto non solo il principio fondamentale della tutela dell’ambiente, delle biodiversità e degli Ecosistemi nella nostra Carta costituzionale, ma anche la previsione per cui l’iniziativa economica deve essere esercitata in modo da non arrecare danni all’ambiente e alla salute.
Infine alla nostra osservazione sull’inesistenza agli atti della certificazione antimafia, il responsabile del procedimento in CdS ha risposto che la documentazione antimafia verrà acquisita dopo la chiusura del procedimento di AIA. Cosa ben strana in quanto questa documentazione doveva essere già presente in sede di discussione di VIA (Valutazione di impatto ambientale).
Per come si è andata configurando la vicenda del Biodigestore, siamo sempre più convinti che in materia di gestione dei rifiuti non debba essere consentita la possibilità di capitalizzare guadagni privati!
Infatti la vicenda si sta configurando sempre più come un’operazione socioeconomica di stampo classista, nel senso che a fronte di pochi che ne ricavano utili enormi, sono in molti a subirne enormi danni vuoi in termini di salute e di benessere psicofisico e vuoi di danni economici conseguenti a svalutazioni di proprietà e perdita di posti di lavoro.
Il Coordinamento Ambientale di Anagni e Colleferro si è battuto per difendere gli interessi della popolazione ed ha ricevuto da parte dei cittadini consapevoli della gravità della vicenda sostegno morale e contributi finanziari significativi per fare fronte alle spese legali del ricorso al Tar di cui si attende la sentenza. Abbiamo difeso sino all’ ultimo, e continueremo a farlo, gli interessi della popolazione soccombente all’ impianto perché la stessa non avrà alcuna ricaduta positiva sulla propria realtà socio-economica.
Infatti le conseguenze del danno arrecato dal funzionamento del macrobiodigestore si evidenzieranno nell’ immediato nei disagi derivanti dalle emissioni odorigene e da presumibili altre e, nel medio periodo, dalla compromissione dell’ immagine della città e del luogo di insediamento dell’ impianto, restituendone un’ immagine deturpata, con buona pace del decantato sviluppo turistico per il quale sono stati già effettuati notevoli investimenti pubblici e privati e per il quale erano previsti investimenti pubblici consistenti, di tipo urbanistico ed economico che rischiano di essere vanificati, insieme ai valori immobiliari della comunità del territorio.
Assisteremo, ancora una volta, ad una pianificazione inadeguata alle concrete esigenze sociali ed economiche degli abitanti della zona interessata, oltre che alla loro esposizione ai rischi per la salute , ampiamente documentati nella letteratura scientifica.
Nei fatti in questa vicenda abbiamo assistito al confronto/scontro tra gruppi economico/finanziari forti e cittadini deboli, perché scarsamente tutelati, e i primi hanno vinto. Ne avranno i profitti. Noi ne avremo i danni.
Allora sarebbe opportuno che i vincitori attuali evitassero di insistere intestandosi benefici inesistenti e proponendosi come benefattori disinteressati, perché il loro apporto, di cui non sentiamo il bisogno, consiste solo nell’“arricchire “ il territorio di monnezza puzzolente!
Ora, a nostro giudizio, è urgente promuovere azioni comuni amministrative, giuridiche, sociali, da parte del Sindaco e dei cittadini, per bloccare la realizzazione di un progetto incompatibile con le esigenze della quantità reale dei rifiuti prodotti nel territorio e da smaltire.
Così avvenne in un passato non lontano che tutti ricordiamo, quando si riuscì a sventare il tentativo di imporre il progetto carfluff e, successivamente, la riaccensione dell’ inceneritore Marangoni.
IL COORDINAMENTO AMBIENTE DI ANAGNI E COLLEFERRO
LE ASSOCIAZIONI:
ANAGNI VIVA, COMITATO RESIDENTI COLLEFERRO, DIRITTO ALLA SALUTE, RETUVASA,
Le associazioni Anagni Viva, fondata nel 1998 e Diritto alla Salute(DAS), fondata nel 2004, si occupano di sanità, ambiente, patrimonio storico-artistico, scuola pubblica e decoro cittadino.
Attualmente sono impegnate, insieme alle associazioni Retuvasa e Comitato dei residenti di Colleferro, in complesse e costose vertenze legali contro le autorizzazioni concesse dalla Regione Lazio alle lavorazioni di rifiuti che si vogliono sviluppare nel territorio di Anagni, quali il Biodigestore e la produzione di Gres porcellanato con l’utilizzo di scorie provenienti dall’inceneritore di San Vittore. Gravando di un ulteriore carico inquinante il nostro territorio.
Sostenere le attività e contribuire alle spese delle Associazioni Anagni Viva e Diritto alla Salute è semplice:
Si può farlo versando un’offerta in denaro sull’IBAN n. IT 96 X08 344 7429000000 184 8050 intestato all’Associazione “ Anagni Viva ” presso
BancAnagni, con causale NO al Biodigestore;
oppure destinando il 5xmille della propria imposta sul reddito delle persone fisiche (Irpef) all’atto della compilazione della dichiarazione dei redditi alla Associazione di volontariato DIRITTO ALLA SALUTE, firmando l’apposito riquadro che figura sui modelli di dichiarazione e scrivendo il codice fiscale dell’Associazione DIRITTO ALLA SALUTE che è: 92034880606.
Si può anche contribuire direttamente con una somma in denaro contante che verrà presa in consegna da un nostro incaricato che provvederà a rilasciare una regolare ricevuta.
Per ulteriori informazioni telefonare al n. 3930723990.