Un incredibile scambio di persona – che nulla toglie all’efferatezza e all’inumana crudeltà e ferocia dell’atto in sé – sarebbe alla base della vile aggressione ai danni di Davide Ferrerio, il 20enne bolognese che si trovava in vacanza dai parenti a Crotone e che è stato ridotto in fin di vita dal colleferrino Nicolò Passalacqua, a ridosso dello scorso Ferragosto.
Ad accertarlo, le minuziose e rapide indagini disposte e coordinate dalla Procura della Repubblica di Crotone che hanno portato all’arresto del 22enne fino a qualche mese fa residente nella città alle porte di Roma.
L’inchiesta – svolta dalla Squadra Mobile di Crotone attraverso l’analisi delle immagini acquisite dai sistemi di videosorveglianza e sull’analisi degli apparati cellulari dei soggetti coinvolti nonché sugli interrogatori di tutti i soggetti (anche quelli coinvolti marginalmente) – ha portato alla luce un quadro ancora più desolante: Passalacqua avrebbe pestato a sangue il giovane bolognese scambiandolo per un’altra persona. Nelle mire del colleferrino, infatti, c’era un’altra persona: Davide – infatti – non conosceva il suo aggressore e Passalacqua stava cercando un uomo che, tramite Instagram, aveva dato appuntamento ad una sua amica minorenne. Davide Ferrerio, di fatto, è stato messo in mezzo dal terzo soggetto che ha utilizzato il giovane bolognese per distogliere le attenzioni del gruppo nel quale si trovava Passalacqua: a “condannarlo” la sua camicia bianca, che ha convinto il suo aggressore, Nicolò Passalacqua, a identificarlo come il misterioso 31enne che via Instagram corteggiava un’amica che a lui si era rivolta per chiedere aiuto.
Qualche giorno prima dell’aggressione un’amica non ancora maggiorenne di Passalacqua era stata contattata da un uomo che le aveva fatto delle avances anche piuttosto spinte; turbata da quella chat, la ragazza si era confidata prima con Passalacqua e poi con la madre. Proprio dalla madre era arrivato il suggerimento di dare un appuntamento al misterioso corteggiatore per scoprirne l’identità. La sera dell’appuntamento Ferrerio era in via Vittorio Veneto, nei pressi del Palazzo di Giustizia, dove attendeva un suo amico per andare con lui in pizzeria. Passalacqua invece era insieme a due suoi parenti, ad una ragazza minorenne, alla madre di quest’ultima, al suo compagno e a un altro figlio della coppia.
In zona era presente anche il 31enne il quale subito è stato affrontato dalla madre e dal resto del gruppo: forse spaventato dall’approccio, l’uomo ha prima negato e poi ha svicolato e, pur indossando una maglia di colore di blu, alla 17enne scrive di essere appena arrivato e di portare una camicia bianca, come quella che aveva addosso Davide Ferrario.
Alla vista di quella camicia bianca, Nicolò Passalacqua ha iniziato a correre verso di lui, per poi ringhiargli in faccia se fosse stato lui a importunare la sua amica. Il giovane bolognese, terrorizzato, ha tentato di fuggire ma in poche centinaia di metri, il suo aggressore lo ha raggiunto e gli si è scagliato contro con ferocia inaudita. Il colleferrino è stato arrestato poche ore dopo dalla Squadra Mobile di Crotone grazie ad alcune testimonianze ed alla visione delle immagini di videosorveglianza della zona. Indagate anche le due donne, madre e figlia di 41 e 17 anni, per favoreggiamento.
L’aggressione ha provocato a Davide Ferrerio una gravissima emorragia cerebrale. Le sue condizioni di salute, in questo lasso di tempo non sono migliorate: il giovane è sempre in coma farmacologico.