Nel Comune marsicano di Cerchio, in provincia de L’Aquila, si è svolto, il XXVI manifestazione della “Bulla Indulgentiarum” di Bonifacio VIII (1300). Sono stati presenti all’evento – organizzata con precisione dall’Amministrazione Comunale cerchiese – diverse autorità civili, religiose, politiche e militari tra cui il parroco di Cerchio Padre Gaetano, in rappresentanza della Diocesi dei Marsi e molte delegazioni di Comuni. Tra gli interventi previsti ed attesi, quello del Rettore Presidente dell’Accademia Bonifaciana di Anagni Gr.Uff. Dott. Sante De Angelis, alla presenza di una rappresentanza della Polizia Locale di Anagni con il sindaco Avv. Daniele Natalia, degli accademici di ufficio Mattia Afilani e Gianluca Biasiotti.
Ospite d’eccezione di quest’anno il Vescovo Monsignor Enrico dal Covolo, Assessore del Pontificio Comitato di Scienze Storiche in Vaticano e Presidente del Comitato Scientifico della Accademia Bonifaciana, che ha presieduto la Santa Messa solenne in onore di San Bartolomeo, preceduta dalla presentazione del suo libro ‘Dante, Celestino e Bonifacio’ edito da LBE (La Bonifaciana Edizioni).
Presentazione che ha avuto un grande successo, anche perché l’argomento trattato ben si è inserito nel contesto della cerimonia della Bulla, infatti, questo volume si compone di tre studi indipendenti collegati dai personaggi e dai temi affrontati. Il primo mostra come la lettura spirituale della Bibbia, codificata da Guigo II, ha guidato i Padri della Chiesa nell’interpretazione delle Scritture, e ha scongiurato definitivamente la minaccia eretica della divaricazione tra l’Antico e il Nuovo Testamento. Alla medesima interpretazione, spirituale e cristologica delle Scritture, va ricondotta la Commedia di Dante Alighieri. Il secondo saggio avvia un confronto tra le varie Summae e Profezie che caratterizzarono l’età di Dante Alighieri. Spiccano l’opera profetica di Gioachino da Fiore e l’energia suadente dello Spirito, che pervadono e animano molti canti della Commedia. Il terzo saggio è una storia – appena abbozzata – delle indulgenze, in assenza di una bibliografia esauriente sul tema, al cui centro rintracciamo la Perdonanza celestiniana e l’indulgenza plenaria del primo anno santo della storia della Chiesa, indetto da Bonifacio VIII. Dante, Celestino e Bonifacio sono i protagonisti di queste pagine che nella prospettiva scelta ci aiutano a riconoscere nell’indulgenza e nella misericordia la missione permanente della Chiesa.
Ha introdotto il Rettore Presidente e Direttore editoriale LBE Gr.Uff. dottor Sante De Angelis e ha portato il saluto ai presenti il Sindaco di Cerchio Avv. Gianfranco Tedeschi, quello di Anagni Avv. Daniele Natalia. Monsignor dal Covolo, nel suo seguito intervento, tra l’altro ha detto: “ricordiamo oggi l’apostolo Bartolomeo e – insieme a lui – la Bolla Indulgentiarum sancti Bartolomej de Circulo, promulgata da Bonifacio VIII nell’Anno santo giubilare del 1300, il primo della storia della Chiesa. Così oggi noi possiamo lucrare l’indulgenza, alle solite condizioni. Carissimi, vi invito a farlo, e insieme vi invito a riflettere brevemente con me sul significato dell’indulgenza stessa.
Anzitutto – ci chiediamo – che cos’è precisamente l’indulgenza? L’indulgenza è un condono gratuito della pena dovuta per i nostri peccati, anche se essi sono già stati perdonati con il sacramento della riconciliazione. Ma come può la Chiesa operare questo condono di pena? Ecco la spiegazione, che tuttavia rimane avvolta nel mistero della fede. Nella coscienza della Chiesa si è fatta strada lungo i secoli, e in modo sempre più deciso, una persuasione di fondo, cioè che nell’ambito spirituale “tutto appartiene a tutti”. In questa prospettiva di fede, la testimonianza e l’intercessione dei martiri e dei confessori della fede, come pure le preghiere e le opere buone dei fedeli, appaiono autentiche “fonti di indulgenza”, perché alimentano quel “tesoro di santità”, a cui la Chiesa attinge per distribuire l’indulgenza stessa”.
“Grazie perché con la vostra iniziativa fate memoria annuale del nostro più illustre Concittadino, Papa Bonifacio VIII legato con la Comunità di Cerchio dalla Bolla Indulgentiarum… Lazio e Abruzzo, Anagni e Cerchio. Due realtà che oltre a confinare geograficamente sono accomunate da una storia, da un papa, da una tradizione, da valori d’altri tempi. Un corteo storico non è solamente una semplice rievocazione di usi e costumi dell’epoca ma è innanzitutto un’occasione per stabilire un collegamento tra gli accadimenti di ieri e quelli di oggi, un modo per vivere il presente consci del nostro passato che ci caratterizza e ci forma… – ha sottolineato il Rettore Presidente – ringrazio vivamente tutti coloro che hanno permesso la realizzazione della presente manifestazione, il caro Sindaco di questa Comunità dott. Gianfranco Tedeschi, con il quale abbiamo siglato il 28 settembre 2019 ad Anagni, il Patto di Amicizia e la delegazione del Comune di Anagni”. Anche il Sindaco Daniele Natalia, ha esternato i saluti e l’impegno per concretizzare sempre più il gemellaggio tra Cerchio, la città dei Papi e la Bonifaciana. “La comunanza tra le nostre due Comunità è la Bulla Indulgentiarum – ha ricordato l’Amministratore – fu redatta da Bonifacio VIII nel 1300 e inviata alla chiesa parrocchiale di San Bartolomeo in Cerchio, insieme con la bolla di indizione del primo giubileo dell’era cristiana e con quella concessa alla piccola cellula benedettina di San Pietro. Il Pontefice, rivolto alla Chiesa universale, intendeva ristrutturarne e potenziarne l’organizzazione territoriale, partendo dalle piccole realtà locali. Il documento, esposto per tre volte anche ad Anagni, grazie all’intervento dell’ Accademia Bonifaciana, è attualmente conservato dalla diocesi dei Marsi e l’atto ufficiale siglato anni fa di Gemellaggio tra Anagni e Cerchio, non può che giovare ad entrambe”. La giornata “accademica” è iniziata nella mattinata a Celano dove la delegazione della Bonifaciana è stata accolta dal Delegato della Regione Abruzzo Avv. Lucio Cotturone e dalla dottoressa Marianna D’Ovidio, per una visita guidata nel bellissimo castello medievale Piccolomini che troneggia nella città marsica.