Una seduta di consiglio comunale “molto importante”, per usare le parole del sindaco avv. Daniele Natalia, durante la quale sono stati presentati ed approvati “atti relativi alla crescita urbanistica della città”. E, in effetti, i punti all’ordine del giorno di cui si è discusso erano tutti di primo piano, almeno per ciò che riguarda il futuro dell’aspetto urbanistico della città.
Nello specifico, questi erano i punti che sono stati affrontati:
In particolare, quello relativo alla legge sulla rigenerazione urbana potrebbe in realtà rivelarsi una grande ed importante opportunità per la città che dispone ancora di un piano regolatore fermo al 1975 legato ad una legge nazionale del 1942.
“Con questo atto di indirizzo programmiamo il futuro di Anagni, stiamo accendendo un riflettore su un’occasione di sviluppo per la nostra città” – ha commentato il consigliere comunale di maggioranza Guglielmo Vecchi, il quale si è detto convinto che “questo nostro atto di indirizzo tecnico programmatico deve trovare la massima diffusione presso i cittadini” e pertanto ha invitato l’assessore “ad organizzare un apposito convegno, il prima possibile, per far conoscere nel dettaglio ai cittadini le opportunità previste dalla legge e dall’indirizzo politico dell’amministrazione Natalia”.
La Legge:
La legge è finalizzata alla:
- Diminuzione del consumo di suolo: razionalizzare il patrimonio edilizio esistente senza costruire su nuovi terreni
- Riqualificazione sismica: aumentare la sicurezza strutturale degli edifici esistenti
- Riqualificazione energetica: aumentare l’efficienza energetica degli edifici esistenti
- Qualità architettonica: migliorare la qualità ambientale e architettonica delle città
Per ottenere questi obiettivi lo strumento principale, promosso dalla Legge, è la Demolizione-Ricostruzione, cioè la “sostituzione edilizia” con la demolizione del vecchio e la costruzione di uno nuovo edificio realizzato secondo i principi delle costruzioni “antisismiche” e ad “energia quasi zero”.
Per agevolare la rigenerazione urbana e la sostituzione della vecchia edilizia vengono offerti premi di cubatura fino al 40% in più rispetto all’edificio originario. Per fare un esempio concreto, i proprietari di una tradizionale palazzina residenziale di cinque appartamenti possono demolire l’edificio e ricostruirlo composto da sette appartamenti (+40%) rendendolo a norma dal punto di vista sismico ed energetico.
Un aspetto da evidenziare è che la legge interviene sulla normativa regionale vigente introducendo norme di semplificazione e di snellimento delle procedure al fine di garantire tempi certi nell’attuazione degli interventi.
Le norme proposte consegnano ai Comuni un ruolo centrale nel governo e nella progettazione della rigenerazione urbana e della riqualificazione del tessuto edilizio esistente, vanno ovviamente sfruttate.
Le norme proposte trovano applicazione esclusivamente nelle porzioni di territorio urbanizzato su edifici esistenti e legittimamente realizzati, ovvero su quelli che abbiano ottenuto il titolo edilizio in sanatoria.
I comuni – pertanto – potranno individuare gli ambiti territoriali di rigenerazione urbana (art.2) e di riqualificazione e recupero edilizio (art. 3) nei quali prevedere premialità per il rinnovo del patrimonio edilizio esistente e per le opere pubbliche; inoltre, potranno recepire negli strumenti urbanistici generali vigenti le norme per i cambi di destinazione d’uso degli edifici esistenti e gli ampliamenti del 20% della volumetria o della superficie utile esistente degli edifici a destinazione residenziale, per un incremento massimo di 70 mq.
Il dato politico
Al di là dell’importanza degli atti approvati, un dato politico significativo da valutare è quello che è emerso nel corso della votazione del punto 3 previsto dall’ordine del giorno, riguardante l’approvazione del programma integrato di intervento della ditta “Savone srl” che, tra l’altro, porterà nelle casse comunali circa 800mila euro che, a detta del sindaco, saranno reinvestiti per interventi da effettuarsi nella stessa zona di Osteria della Fontana.
Nel corso della votazione, a chiamarsi fuori sono stati i consiglieri comunali Magno D’Angeli e Danilo Tuffi: i due, infatti, hanno preferito astenersi invece di votare assieme ai colleghi. Avremmo voluto riportare qui le motivazioni della decisione dei due esponenti politici ma, contattati entrambi telefonicamente dalla nostra redazione, non hanno risposto alla chiamata.
Da parte sua, invece, il sindaco non ha evitato il confronto con anagnia.com: “la maggioranza ha votato dei provvedimenti, riuscendo a farli approvare. Chi ha votato con la maggioranza ha contribuito a far compiere un passo in avanti alla città, in termini anche di sviluppo urbanistico. Le motivazioni dell’astensione andrebbero chieste a chi ha preferito optare per questa scelta”.
Per quanto irrilevante ai fini dell’approvazione del punto all’ordine del giorno, l’astensione di D’Angeli e di Tuffi apre alcuni importanti interrogativi; primo fra tutti quello relativo all’evidente incongruenza politica scaturita dalla rappresentatività, in sede di giunta comunale, di quella che dovrebbe essere la politica legata al consigliere Magno D’Angeli, ovvero la dott.ssa Serenella Poggi. Ma non solo; un altro interrogativo è: cosa – o meglio – chi ha suggerito o, come ha sussurrato all’orecchio di questa redazione un importante esponente dell’attuale maggioranza, “ha ordinato” ai due consiglieri di astenersi? Siamo al lavoro per scoprirlo, e nei prossimi giorni ne daremo conto su queste pagine.